Fino a qualche giorno fa anche Junior V è riuscito a girare l’Italia per far ascoltare “Sconosciuti che non conoscono l’amore“, il suo ultimo album che dà il titolo a uno dei brani estratti e al tour. In una nostra intervista di inizio anno, l’artista pugliese classe 1998 aveva sottolineato che fare musica è una forma di coraggio. Lo abbiamo ricontattato per ripartire proprio da qui, oltre a commentare insieme l’attualità e fare un bilancio della sua esperienza live in tempo di pandemia.
Bentornato Junior V. In una nostra intervista di inizio anno ci dissi che per te “far uscire musica è già una forma di coraggio”. Lo pensi ancora?
“È un piacere tornare a parlare di musica con voi! Sì, certo. Lo penso ancora perché nel mondo artistico è difficilissimo trovare una strada definita che porti soddisfazioni reali, quindi questa forma di coraggio parte dal cuore dell’artista e lascia una scia di speranza per arrivare ai cuori della gente.”
Anche tu sei stato in tour in giro per l’Italia. Ci puoi raccontare la tua esperienza di concerti in tempo di Covid?
“Sono stato fortunato ad esser riuscito a suonare durante questo periodo incerto. Ho raccolto tante belle vibrazioni dalla gente perché i concerti sono stati molto intimi e sinceri. Raccontavo le storie dietro le canzoni e cercavo di coinvolgere il pubblico come se fosse sul palco con me e Nicolò, il mio batterista. La situazione in Italia è diventata noiosa perché bisogna ripartire del tutto come tutti gli altri Stati Europei. Basta distanziamenti e posti a sedere! La musica ha bisogno di ripartire come tutti gli altri settori.”
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A tuo avviso il governo italiano sta facendo di tutto per garantire la sopravvivenze dei giovani artisti emergenti della musica italiana?
“Dipende dalle situazioni. Gli artisti giovani emergenti con contratto con agenzia di booking e un certo numero di concerti fatturati negli anni passati sono stati aiutati. Il problema è che riuscire a ottenere un contratto del genere non è semplice e molti artisti emergenti non sono stati riconosciuti con gli aiuti del Governo e quindi automaticamente ‘espulsi’ dal settore musicale. Molti hanno trovato altri lavori e molti hanno lasciato la propria residenza artistica. Questa cosa mi fa male.”
Covid a parte, cosa stai raccogliendo da questo giro d’Italia? Quali sensazioni ti porti a casa?
“Sono tornato a casa con un po’ di malinconia. Quella bella, quella che ti lascia un bel ricordo ma un piccolo vuoto dentro di te. Abbiamo percorso migliaia di km in una 500L piena di strumenti e tanta voglia di vivere la musica on the road, abbiamo suonato le mie canzoni nuove in posti magici. La mia agenzia Django Concerti ha chiamato il tour ‘Sconosciuti che conosciamo in tour’. Ho conosciuto tante persone stupende che difficilmente dimenticherò nella mia vita. Mi è mancato vivere il viaggio e ora mi sento ringenerato.”
Durante queste uscite estive hai raccolto del materiale per scrivere nuovi brani?
“Sì. A breve uscirà nuova musica! Già da un po’ di mesi sono tornato in studio a registrare qualche idea sui nuovi brani in cantiere. Durante i giorni di tour ho riascoltato le nuove canzoni in macchina mentre eravamo in viaggio ed è stato una bella sensazione. Non vedo l’ora che uscirà qualcosa!”
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Ci puoi raccontare un aneddoto particolare che hai vissuto durante questo tour?
“Ci sono due momenti epici che ricorderò durante questo tour. A Bologna, zona Pratello, giorno del mio compleanno, ho conosciuto una ragazza travestita da alieno che mi diceva che la vita fa schifo. Io e i miei amici baresi facevamo di tutto per convincerla ad amare la vita perché è bella. Dopo poche ore, in hangover verso Parma, ho vinto un gratta e vinci in autogrill. Nei due giorni liberi del tour io e Nicolò abbiamo conosciuto due ragazze simpaticissime e in piena notte siamo saliti su una montagna fino a Castro dei Vosci per suonare qualche canzone in acustico con la bellissima view di tutti i paesi vicini. È stato magico.”
Com’è stato accolto dal pubblico il disco “Sconosciuti che conoscono l’amore”?
“Molto bene. Dopo i concerti molta gente voleva conoscere più dettagli riguardo le canzoni. La canzone che mi ha gasato più dal vivo è stata ‘Marilù’, invece ‘Quando te ne vai’ la cantavano tutti anche post concerto.”
Ultima domanda: stai organizzando qualche evento anche per l’autunno e l’inverno prossimi?
“Sì, ho voglia di fare qualche altro concerto per l’autunno o per l’inverno. Spero di aggiornarvi presto con nuove news e nuovi concerti.”
Foto di Arbina Dika
L’intervista è stata realizzata precedentemente alle nuove misure del governo introdotte in merito alla capienza dei concerti, delle discoteche e degli stadi
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