Negli ultimi anni Europa e Italia hanno varato delle decisioni molto importanti sull’incremento dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Nel 2009, ad esempio, la direttiva europea 2009/28/CE stabiliva che entro il 2020 il 20% del consumo energetico dell’Ue deve provenire da fonti rinnovabili. L’Italia ha accolto tale norma con il decreto legislativo 28/2011, che però fissa il tetto al 17%. Come si saranno comportate le regioni?
Energie rinnovabili: ecco cos’hanno fatto Puglia e Basilicata
Grazie ai dati trasmessi da Openpolis, possiamo notare come l’Italia abbia raggiunto l’obiettivo ben 6 anni prima delle previsioni. I grafici seguenti, infatti, stimati dal 2008 al 2018, mostrano un Paese sempre più votato alle energie rinnovabili. Basti pensare che l’obiettivo fissato al 17% è stato già raggiunto nel 2014.
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Se volessimo fare un focus legato alle regioni di nostro interesse, cioè Puglia e Basilicata, cosa potremmo dire? Sicuramente che hanno fatto il loro dovere. Entrambe le Regioni, infatti, hanno portato a casa l’obiettivo, così come molte altre colleghe. Nel 2018 la Basilicata aveva già ampiamente superato la soglia fissata, il 33,10%, arrivando addirittura al 47,80%. Anche la Puglia è riuscita nell’impresa di anticipare i tempi: 16,50% contro i 14,20% previsti per il 2020.
Menzione d’onore, però, va fatta sempre per la Puglia. Questa regione, infatti, si è contraddistinta per avere le provincie con la percentuale più alta di energia fotovoltaica. In particolare, la provincia di Lecce spicca con il suo 4,1% di tutta l’energia elettrica derivante da impianti fotovoltaici in Italia. Seguono Brindisi (3%), Bari (2,7%), Foggia (2,5%), Taranto (2,1%), e Barletta–Andria–Trani (1%). Valori molto bassi invece per la Basilicata, con la provincia di Matera e di Potenza che si attestano entrambe all’1%.
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Energie rinnovabili: quali sono i prossimi obiettivi?
La battaglia per una vita sempre più legata alle energie rinnovabili passa anche per il prossimo obiettivo fissato fra 10 anni, nel 2030. Nel 2018, infatti, una nuova direttiva europea (2018/2001/EU) ha stabilito il nuovo tetto da raggiungere: 32%, per l’Italia 30%, come imposto dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 del gennaio 2020.
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