L’inquinamento acustico è un problema più serio di quanto possiamo immaginare, in quanto può avere effetti dannosi sull’uomo e sulla natura. Nel primo caso, ad esempio, un recente rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (Esa) ha confermato che una persona su 5 in Europa è esposta a rumori che possono provocare danni alla salute (pensiamo ai disturbi del sonno, problemi cognitivi nei bambini o complicazioni al sistema cardiovascolare).

Sul piano ambientale, invece, rischia di compromettere seriamente la sopravvivenza di alcune specie animali, così come il loro comportamento. Ciò porta a un’alta mortalità, a una riduzione della capacità riproduttiva e a migrazioni più frequenti. L’Italia sta facendo qualcosa per arginare il problema?

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Cosa dice la legge sull’inquinamento acustico?

Né l’Italia né l’Europa hanno registrato cambiamenti significativi in merito all’inquinamento acustico. In base alla normativa europea, esiste la direttiva 2002/49 CE che punta a creare un sistema di monitoraggio comunitario sull’inquinamento acustico e consiglia agli Stati membri di prevedere piani di azioni per arginare il fenomeno. In qualche modo, l’Italia ha anticipato la direttiva, in quanto abbiamo una legge quadro 447/95 che stabilisce quali sono i limiti dell’inquinamento acustico da non superare.

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inquinamento acustico in puglia e basilicata

Quali sono i dati dell’inquinamento acustico in Italia?

Eppure, nonostante l’esistenza di una normativa, l’Italia non è ancora allineata alle richieste europee. In base a un approfondimento realizzato da Openpolis, infatti, quasi nessuna regione si salva: chi più o chi meno, tutte le Regioni hanno un ampio inquinamento acustico, soprattutto localizzato al centro nord.

Riguardo alle regioni che ci competono (la cui elaborazione di openpolis si basa su statistiche Ispra e Arpa/Appa aggiornate a lunedì 31 dicembre 2018), possiamo dire che:

  • la Puglia ha un inquinamento acustico molto alto sia per le attività produttive (36,40%), sia per le attività di servizio e/o commerciali (54,50%). Per il terzo dato, le infrastrutture stradali, non è stata possibile l’elaborazione.
  • la Basilicata mostra una percentuale maggiore per le attività di servizio e/o commerciali (57,10%) rispetto alle attività produttive (12,50%). Nessun dato anche qui per le infrastrutture stradali.

Insomma, a livello regionale Puglia e Basilicata sono agli ultimi post nella classifica dell'inquinamento acustico - anche se il dato mancante contribuisce a non specificare chiaramente la situazione attuale.

La differenza tra Nord e Sud è attestata anche dalle città: il problema è più diffuso nei capoluoghi dell'Italia Settentrionale rispetto a quella meridionale.

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