Il 18 settembre 2020 l’artista pugliese Carolina Bubbico ha pubblicato il suo nuovo singolo, “Bimba“, che anticipa peraltro il nuovo album di inediti, “Il dono dell’ubiquità“. L’abbiamo contattata per farci raccontare qualcosa di più riguardo i nuovi progetti e per commentare lo stato del mondo della musica ai tempi del Coronavirus.

Benvenuta Carolina Bubbico. Recentemente hai pubblicato il singolo “Bimba”. Ci può dire qual è la genesi di questo brano e quale messaggio intendi veicolare?

“Il brano è stato scritto e prodotto insieme a mio fratello Filippo Bubbico, è stato uno dei primi brani scritti per questo disco. Bimba è il vezzeggiativo di una giovane donna alle prese con la vita notturna della sua città di provincia che, stanca degli occhi giudiziosi della gente, sceglie di uscire di casa e dire la sua al di là del vestito che indossa.

‘Non importa che vestito avrai’ racchiude lo slogan, accompagnato dalla coreografia gestuale del videoclip, che Bimba vuole dedicare a tutte le donne (e non solo) per invogliarle a mostrare le proprie idee e i propri contenuti a prescindere dall’immagine estetica. Attraverso un groove incalzante, la canzone raffigura i personaggi, i colori, i profumi della sua città.”

Potrebbe interessarti anche: LIBRO “B-SIDE”, INTERVISTA ALL’AUTRICE PUGLIESE: “CERCO MODI DIVERSI PER PARLARE DI MUSICA”

Il brano ha anticipato il tuo terzo lavoro discografico, “Il dono dell’ubiquità”. Quali sono i temi che tratti all’interno del disco? Hanno un fil rouge comune o racconti storie indipendenti tra loro?

“Sono tutte storie indipendenti accomunate dal bisogno di attraversare le emozioni, viverle e condividerle con gli altri con la speranza di poter dare degli spunti nuovi di riflessione. Le mie idee sul mondo, sulla socialità, l’amore e il rispetto per la natura, i suoni delle lingue dialettali, personaggi immaginati e sognati, personaggi che hanno segnato il mio vissuto, il padre, la madre. Un mondo di colori e forme da donare agli ascoltatori.”

Quali reazioni ti aspetti dal nuovo album?

“Per la prima volta ho abbandonato quasi del tutto le aspettative verso ciò che creo, l’ambizione mi spinge a credere e investire sul mio profilo artistico raccogliendo però con gioia e gratitudine quello che mi arriva. Credo molto in questo lavoro, ci ho messo tutta la mia autenticità e libertà perciò spero che la forza comunicativa possa arrivare a più orecchie possibili. Spero e credo nella curiosità delle persone che vorranno intrigarsi del mio pensiero musicale.”

Tra l’artista e l’ascoltatore c’è una differenza sostanziale: ciò che per il pubblico è nuovo, per l’artista è ormai vecchio. Ad esempio, il tuo ultimo disco, che per noi è un ascolto vergine, per te sarà un’opera ascoltata numerose volte. Come provi a conciliare queste due dimensioni, anche in funzione dei feedback che arrivano da critica e pubblico?

“L’estemporaneità mi ha sempre salvata dalla sensazione di stanchezza nei confronti della musica che scrivo. Quando porto le mie composizioni sul palco cerco di farle rivivere in maniera sempre nuova, sotto nuove vesti, affinché io stessa possa entusiasmarmi ogni volta che la eseguo. In questa fase dove sto cominciando a raccogliere i primi feedback dagli ascoltatori freschi, sento di stare raccogliendo finalmente i primi frutti della condivisione. È il banco di prova per osservare se il mio mondo è accolto positivamente da chi lo accoglie, se c’è lo spazio necessario per goderne e potersi rispecchiare. Sono felice quindi di recepire commenti freschi e coinvolti.”

Potrebbe interessarti anche: UNA PUGLIESE DAL SOUND INTERNAZIONALE: INTERVISTA AD ARGENTO

carolina bubbico intervista
ph Lucia Olivieri

Attualmente la tutela artistica è uno dei temi legati necessariamente al nuovo Coronavirus. La pandemia infatti ha sottolineato l’esigenza di salvaguardare fasce lavorative che si guadagnano da vivere attraverso l’arte. A tuo avviso, cosa bisognerebbe fare per difendere la musica in questo periodo complesso per l’umanità intera?

“Riconoscere il musicista come un lavoratore, trattarlo come tale, con tutte le tutele di cui necessita da parte dello Stato. Tempo fa si parlava della possibilità di rifarsi al modello francese che tratta la nostra categoria con grande rispetto e protezione. Credo ci vorrà del tempo, però per lo meno il lockdown ha sollevato la problematica che fino a quel momento era troppo in ombra.”

Radio Punto Musica e Carolina Bubbico condividono un tratto distintivo: la Puglia. Nel tuo percorso discografico, quanto c’è di tradizione pugliese? Ti sei mai fatta influenzare dalle tue origini?

“Negli ultimi tempi mi sono avvicinata al mondo delle musiche tradizionali mediterranee e non solo, e ne sono rimasta profondamente affascinata soprattutto perché sono ‘saperi’ tramandati oralmente e per questo preziosi e da custodire con amore. La world music ha sicuramente influenzato questo disco rispetto agli altri anche se non è così evidente.”

Potrebbe interessarti anche: BRAZZO, UN PUGLIESE SORDO CHE CANTA IN LIS: L’INTERVISTA

intervista a carolina bubbico
ph Lucia Olivieri

Qualche giorno fa Margherita Vicario ha criticato il singolo “Sparami” di Emis Killa, definendolo “anacronistico e misogino”. Di risposta, i fan del rapper hanno rivolto insulti sessisti alla cantautrice. Di fronte a questi temi, a tuo avviso, come si dovrebbe posizionare il mondo della musica, e di conseguenza cosa dovrebbe fare?

“Il mondo del social è aggressivo, dà troppo potere e spazio a chi nella vita non ha il coraggio nemmeno di dire la propria a cena con gli amici. Questi ragazzi aggressivi (ma in realtà impauriti) non è la prima volta che attaccano pubblicamente una artista, comunicano contenuti a mio avviso terribili e hanno una responsabilità sulle giovani generazioni che si rivedono in quei modelli. Andrebbero perciò fermati e quei messaggi dovrebbero essere sostituiti con qualcosa di molto più costruttivo.”

La domanda sembrerà banale, ma di questi tempi è necessario chiedere: stai preparando eventi live in sicurezza per promuovere la tua ultima fatica?

“Stiamo lavorando alla produzione e allestimento dello spettacolo che porterà questo disco dal vivo da Dicembre in poi. Sperando non ci siano ulteriori cambiamenti, ho grandi progetti per lo show dal vivo: sarà molto più che un semplice concerto, un’esperienza nuova che vuole portare il pubblico in un mondo fatto di luci, colori, simboli, suoni e gesti corporei, affinché lo spettatore possa sentirsi coinvolto e compartecipe di un evento sociale.”

Potrebbe interessarti anche: “F@CK”, IL NUOVO SINGOLO DI SIRE: “PARLO DI UNA STORIA FINITA MALE”