Li abbiamo conosciuto con il brano “NSQB“, poi abbiamo ascoltato “La musica del futuro” e infine abbiamo annunciato l’arrivo del nuovo album. I Respiroduo formato dalla cantante Lara Ingrosso e dal violinista Francesco Del Prete – sono un orgoglio salentino tutto da scoprire e da vivere. Per questo motivo abbiamo deciso anche di intervistarli.

Benvenuti, Respiro. Jungle Gum è un concept album?

“Sì, ogni traccia è un quadro, uno scorcio su una storia di precariato, solitudine, difficoltà sociale e la prima e l’ultima traccia fanno da prologo ed epilogo.”

Che cos’è la “bolla sociale” che raccontate in Jungle Gum?

“È il caos della giungla urbana in cui viviamo e in cui diventiamo ‘masticatori’ o ‘masticati’ a seconda della situazione e del contesto.”

intervista respiro
Respiro (Credit: Giorgio Gabe)

L’uscita dell’album è stata anticipata da 2 singoli, “NQSB” e “La musica del futuro”. Come mai avete scelto proprio questi brani come porta bandiere della vostra opera?

“Da un lato li abbiamo scelti perché ci sembravano rappresentativi del nostro sound, dall’altro perché volevamo aprire una finestra sui contenuti del concept. E l’abbiamo fatto con ‘NQSB, prima ancora dell’incipit rappresentato da ‘La musica del futuro’, che racconta l’arrivo di due personaggi provenienti dal futuro, mossi da curiosità o insoddisfazione, non si sa, che atterrano nel nostro tempo.”

Avete anticipato l’uscita del disco con un’anteprima live in streaming: tenendo in considerazione l’attualità scandita dal Covid, pensate che in futuro questa diventerà una forma di promozione musicale necessaria e fondamentale per un artista?

“Speriamo di no, se non come attività accessoria ai veri live. Sicuramente questa situazione ci ha permesso di sviluppare delle nuove abilità utili in situazioni di difficoltà come questa, e magari anche uno spirito di conservazione e di previdenza tale da essere pronti anche all’inimmaginabile.”

Durante la diretta streaming vi siete esibiti nella Foresta Urbana di Lecce: avete un legame particolare con questo luogo? E quanto la Puglia incide sulla vostra attività artistica?

“Incide indubbiamente sulla nostra ‘fame’ di scrittura, perché resta un luogo lontano dai grandi centri urbani e questo ci porta ad avere uno slancio in più per colmare le distanze. La foresta urbana ha un forte nesso con il nostro concept, perché è una foresta letteralmente calata nel centro della città, un cuore selvaggio pulsante nel caos della civiltà o dell’inciviltà moderna.”

Questi mesi hanno fatto emergere chiaramente la necessità di parlare del musicista come lavoratore a tutti gli effetti. Come mai a vostro avviso si affronta questo argomento solo ora?

“Perché tutte le lacune del nostro sistema politico e sociale sono state smascherate e sono diventate di pubblico dominio. Ma in fin dei conti siamo sempre stati l’ultima ruota del carro, e ovviamente parliamo in particolare del settore artistico indipendente.”

Oggi fare musica è un’azione coraggiosa?

“Oggi fare qualunque cosa ci appassioni davvero può essere un’azione coraggiosa, vuol dire avere pazienza e non accontentarsi di una vita di briciole come i personaggi di ‘the wORking dead‘, per esempio.”

Un album è un lavoro discografico, e dunque richiede mesi di preparazione prima della sua effettiva pubblicazione. E, nel momento in cui viene pubblicato, per l’artista è già un ‘disco vecchio’, mentre per l’ascoltatore è una novità. Voi come vivete questa fase di transizione?

“Considerato che l’album era pronto già prima della pandemia, sicuramente la stiamo vivendo bene. Ma aggiungiamo che un album perché raggiunga la maggiore età, dev’essere suonato e quindi per noi è ancora un bambino che gattona.”

Definendovi un duo electro-pop/alternative hip-hop, è possibile insinuare che vi rifate a svariate influenze artistiche. Proviamo a fare ordine: a chi vi ispirate?

“Un po’ alla scena hip-hop alternativa italiana e qui citiamo Caparezza, Frankie Hi-NRG e Willie Peyote, ma sicuramente anche tanto alla scena pop/electropop/hip-hop americana: Gambino, Williams, Kendrick Lamar, Lizzo, e via discorrendo.”

Ultima domanda: cosa vi aspettate che nasca in chi ascolterà il vostro disco?

“La voglia di fare qualcosa per gli altri, di coltivare le proprie passioni, di essere irriverenti e coraggiosi e di non pensare che le nostre azioni, anche se piccole, non possano fare la differenza.”

Foto di copertina: Giorgio Gabe