XO la factory è un marchio pugliese che lavora nel campo della musica. No, non è un cantante, una band o un complesso. Bensì si tratta di un’azienda che si occupa di booking, management e ufficio stampa. Abbiamo deciso di dare voce a questa parte di mondo per ampliare la nostra visione in merito a quest’arte. Perciò, abbiamo contattato Giuseppe Gioia, direttore di Xo La Factory.

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Giuseppe Gioia

Ci puoi raccontare brevemente la storia di XO la factory?

“XO la factory nasce esattamente cinque anni fa come XO booking sulla scorta di una mia precedente esperienza di collettivo musicale nazionale chiamato Pink Room. All’inizio si occupava principalmente dell’organizzazione dei tour del piccolo roster che, però, sin da subito ha scelto di non connotarsi a livello locale, ma avviare collaborazioni anche con altre realtà italiane. Abbiamo, infatti, lavorato anche con band di Pescara, Napoli e Ascoli. Sin da subito abbiamo avviato una partnership con l’etichetta veronese Cabezon Records di Mario Vallenari che ci ha portato poi, qualche anno più tardi, ad intraprendere anche l’esperienza delle produzioni discografiche in cooproduzione e, nel frattempo, XO da solo booking è diventata XO la factory, aggiungendo tra i servizi offerti alle band del proprio roster il management e di recente l’ufficio stampa”.

Quali sono i vostri principali obiettivi?

“Come diciamo da ormai un paio di anni, dimostrare che un altro modo di fare e intendere la musica sia possibile, nella maniera più umana ma allo stesso tempo professionale. Andare oltre i soliti schemi e le rigide cerchie, anche perché sarà ormai fuori moda, ma a volte il duro lavoro, i sacrifici e il credere nei proprio sogni paga”.

Quando parliamo di musica, si parla spesso dei cantanti, ma ci sono degli attori che, nel dietro le quinte, lavorano per far sì che un artista emerga. Quali sono gli strumenti più ideali per fare ciò?

“Io credo che servano diverse figure che con il tempo devono formarsi sul campo nella maniera più professionale possibile, ma soprattutto vivendo l’esperienza in diverse situazioni per accrescere il proprio bagaglio e ventaglio di conoscenze. Credo che sia indispensabile avere un ottimo booking, che al momento è l’unica forza che nell’attuale pantano underground italiano può fare la differenza. Un ufficio stampa capace di restare al passo con i tempi e seguire il cambiamento del modo di trasmettere e fare notizia, ma soprattutto serve una motivazione e tanta buona volontà, quella, però, non la si impara a scuola”.

Parlaci di qualche artista che avete in roster, ti va?

“Abbiamo diverse realtà nel roster. Da poco si è aggiunto Walter Celi, vincitore di Arezzo Wave Contest 2018, che propone un sound proprio come piace a noi, capace di andare oltre alle sterili etichette di genere. I Colla, il nuovo progetto di Simone dei Polar for the Masses direttamente da Vicenza. Turco, vincitrice del Gazzetta Music Contest 2018, i Blumosso un progetto di Simone Perrone che sta facendo molto bene e ci sta dando tante soddisfazioni, quei rocker dei MinimAnimalist, Manu Phl, i giovanissimi e promettenti Funketti Allucinogeni e lo storico punto di riferimento che è Marco Ancona, che tra l’altro cura tutta la parte delle produzioni di XO la factory”.

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Turco

Xo La Factory e Radio Punto Musica condividono una stessa caratteristica: la Puglia. Ecco, cosa significa essere una realtà e un’azienda nel Sud Italia, oggi come oggi?

“Significa sfidare ogni giorno il proprio territorio e la visione che il resto dell’Italia ha nei nostri confronti, ma anche una sfida con se stessi, per andare oltre i nostri limiti e dimostrare che anche noi possiamo fare e possiamo fare bene, molto meglio di tanti altri. E quando poi le band, soprattutto quelle estere che portiamo in tour in Italia, devono tornare a casa e ti dicono ‘Vorrei restare qui con voi’, capisci che quella è la strada giusta”.

Secondo te e il vostro lavoro, c’è uno sviluppo musicale importante nella regione pugliese?

“Credo che la regione pugliese sia una delle più attive a livello nazionale, se non la più attiva da ormai diversi anni e non lo dico io, ma le tante band del nord e centro Italia con cui lavoriamo, che mi ripetono continuamente quanto noi siamo fortunati e loro intorpiditi”.

Cosa ti auguri per la scena musicale pugliese?

“Mi auguro che non perda mai la voglia di stupire e stupirsi, che continui a sostenersi e ricrearsi dalle sue radici, ma con la ferma capacità di rinnovarsi avendo fame di fantasia”.

Ultima domanda: oggi si può investire sulla musica?

“Certo, lo si può fare e lo si deve fare perché la musica è forse la formula più pop, nel senso di popolare, dell’arte capace di veicolare messaggi e cambiare le cose, e la gente ha e avrà sempre bisogno di musica”.

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