Roberta Palumbo è la personificazione dell’amore vero verso la Puglia. Un’artista che fa della ricercatezza musicale un bagaglio culturale nevralgico, apprezzabile già nel primo album da solista, SónAncórë. Abbiamo intercettato la nostra conterranea (attualmente sotto Apogeo Recods) per farci raccontare più approfonditamente il suo percorso artistico.

Roberta Palumbo, benvenuta. Le tue origini sono affini alle nostre: siamo pugliesi. Quant’è c’è di questa regione nella tua musica?

“Nel mio lavoro discografico c’è tutta la voglia di raccontare la mia terra con la forte componente creativa, dando un attento sguardo anche all’intera nazione”.

Non possiamo non ricollegarci al singolo Gargano mio, che parla anche della tua zona natale. Ci puoi raccontare com’è nata l’idea di questa canzone?

Gargano mio nasce dall’affetto per la nostra terra, in un momento di difficoltà per la stessa. I musicisti come me, legati alle proprie radici, non potevano rimanere insensibili davanti alle ferite subite dal Gargano a seguito del nubifragio del 2014. Quindi questa canzone è un modo per dire quanto vogliamo bene, io, insieme all’autore e ai musicisti, alla nostra terra sempre bella, nonostante le sue ferite e le sue contraddizioni sociali”.

Uno dei tuoi obiettivi è far emergere la realtà del Sud Italia?

“La realtà del Sud Italia ha ampi e storici esponenti, il mio obiettivo è quello di valorizzare la tradizione e insieme di arricchirla, grazie a nuovi brani e a un nuovo cantautorato meridionale che da anni lavora per il territorio, cantandone la poesia e le radici”.

Veniamo al tuo percorso artistico. Poco più di un anno fa hai pubblicato il tuo primo album, SónAncórë. Che cosa rappresenta per te questo inizio?

“Sicuramente un punto di partenza importante, perché finalmente ho creato il mio tanto desiderato progetto musicale da solista. Mi sono messa in gioco con le mie forze, con il sostegno dei miei musicisti e della gente che da sempre mi ha seguita e incoraggiata”.

All’interno dell’opera, cosa racconti?

“È un progetto musicale che parte dalla riproposta della tradizione popolare fino a raccontare storie attuali attraverso la nuova canzone. Gli arrangiamenti curati dal Maestro Nicola Scagliozzi pronti ad accogliere la mia voce, aprendo in questo modo una piccola finestra sul mondo, che si rivela come ponte fra passato e presente, con un attento sguardo verso il futuro”.

Quali sono stati i primi riscontri che hai ricevuto?

“Sicuramente positivi, perché il sound ha colpito tanto la gente che, con molta curiosità, ha seguito un progetto musicale nuovo che vedeva protagonista una giovane del Gargano”.

Palumbo, te lo dobbiamo chiedere. Nella tua biografia c’è scritto che il tuo disco è “etnoJazz-worldMusic”. Come mai la scelta di mettere assieme questi generi musicali?

“Perché l’idea musicale del mio progetto discografico nasce dall’incontro con il contrabbassista Nicola Scagliozzi, accomunati dalla medesima ‘ricerca profonda’ delle nostre radici. Un ‘incrocio’ fortemente voluto da entrambi, posto a metà delle nostre strade, elaborando un viaggio musicale che vede danzare la mia voce nuda e cruda su un tappeto musicale dal sapore jazz, profumato di Mediterraneo, sfumato di Africa e di India, ricercando l’eleganza”.

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Che aria si respira per la musica emergente pugliese, a tuo avviso?

“La Puglia è una regione ampia con tante isole culturali. Parlando della mia provincia, senz’altro c’è un grande fermento da parte dei musicisti e degli autori in genere, ma resta la difficoltà di una gestione consapevole e progettuale di questo tessuto artistico, unico nel celebrare le bellezze e la cultura propria, a dispetto di celebri meteore”.

Quali sono gli artisti a cui ti ispiri e quelli con cui un giorno vorresti collaborare?

“Sicuramente due fra le voci dell’ Italia meridionale, come il mio conterraneo Matteo Salvatore e la siciliana Rosa Balistreri, senza dimenticare artisti che hanno fatto la storia della musica italiana, come Lucio Dalla e Pino Daniele. Spero tanto che il mio futuro sia ricco di collaborazioni con artisti che amano sperimentare nuova musica, libera da schemi e convenzioni di mercato”.

Un anno è ormai passato dal tuo album, c’è qualcosa su cui stai lavorando per il futuro?

“Sto già lavorando per altri brani che lancerò nell’estate 2019 con diversi temi, dall’amore a situazioni comuni di vita quotidiana”.

Palumbo, ti vedremo presto protagonista in Puglia con qualche serata?

“Proporrò il mio spettacolo musicale quest’estate nel Gargano, al contempo continuerò a vivere anche altre collaborazioni musicali fuori regione”.