La trilogia dei No Fang ha inizio. La formazione pugliese è tornata a far parlare di sé con l’EP “I Atto Lo Scontro“, che anticipa l’uscita di altre 2 opere intitolate “La Tregua” e “L’Assedio“. Per comprendere approfonditamente le ragioni dietro questa scelta artistica, abbiamo contattato la band per farle qualche domanda.
Benvenuti, No Fang. Un EP che apre una trilogia discografica in un periodo storico in cui promuovere un disco è abbastanza complesso. La vostra sembra una scelta coraggiosa: come mai avete voluto puntare su un progetto a lungo termine?
Brisk: “È vero, in questo periodo, soprattutto in tempi di pandemia, è diventato sempre più complesso spingere la propria musica. Per noi lo è ancora di più visto che abbiamo sempre puntato sui live per diffondere e promuovere il nostro sound. Oggi possiamo contare anche sulla forza degli amici di Django Dischi che hanno scelto di darci una mano per la promozione sui social media e sulla rete.
Dopo questa premessa vorrei dire che le nostre scelte artistiche non sono coraggiose ma spontanee, sono frutto di ispirazione e non di ragionamenti volti a fini di lucro. Il motivo principale per cui scriviamo rime e facciamo beat è che ci sentiamo pienamente realizzati solo se riusciamo a incastrare il flow con rime taglienti e il campione perfetto.”
“Lo scontro” è il primo capitolo: cosa vi aspettate di comunicare attraverso quest’opera?
Brnà: “Il concetto di ‘scontro’ è alla base della nostra concezione dell’arte, da sempre nella nostra musica c’è una componente conflittuale che ci permette di usare il grande potere comunicativo del rap come un’arma o almeno come uno strumento di denuncia sociale. Nel periodo storico in cui viviamo, assistiamo a una graduale polarizzazione politica e culturale. Ciò innesca di continuo nuovi conflitti tra gli opposti estremi.
In questo contesto è sorta spontaneamente l’esigenza di raccontare questi ‘scontri’ e declinarli in varie forme nei brani dell’EP. Si comincia con ‘lo scontro’ narrato nel Prologo, quello tra i nostri avi preistorici che sono sopravvissuti ai loro nemici grazie alla condivisione di idee e cultura e non tramite la forza. Poi il conflitto assume un’altra forma, quella dello ‘scontro’ col sistema che in ‘CONTRe’ e in ‘DRASTeCHe’ diventa un grido di denuncia. In ‘MÉRe FUNNEe’, invece, sono i migranti che si scontrano con mille avversità e infiniti pregiudizi.
Verso la fine dell’EP l’atmosfera diviene più distensiva col brano ‘FORe’ in cui gli emcees accompagnano mano mano l’ascoltatore tra irrisolti conflitti interiori, piccole frustrazioni del quotidiano e l’urgenza di emancipazione.”
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Il fil rouge della vostra iniziativa artistica è la guerra. Come mai questa scelta?
Siel-One: “Per noi la guerra ha una funzione allegorica, è una metafora potente che utilizziamo per mettere in scena ‘lo scontro’ di due opposti schieramenti: da un lato della barricata l’arte e la condivisione, dall’altro l’ignoranza e l’egoismo grossolano. Questa visione della guerra è personificata molto bene nei due eserciti che si affrontano, con le rispettive armi, nella copertina realizzata da Korvo.
Riteniamo che per ottenere un cambiamento occorra innescare un conflitto, uno ‘scontro’ spesso doloroso ma proficuo e liberatorio che sconfigga la mentalità conservatrice delle masse omologate. Questi sono alcuni degli aspetti che hanno ispirato la scelta della ‘guerra’ come filo conduttore della trilogia.”
Voi dei No Fang e noi di Radio Punto Musica condividiamo la Puglia, e la vostra è un’arte fortemente influenzata dalle tonalità pugliesi. Quanto questa terra incide positivamente nel raccontare una storia attraverso la musica?
Verso: “Il legame con la nostra terra è stato ed è tuttora fondamentale per la nostra musica. La prova più evidente è l’uso del vernacolo nei nostri testi. Siamo convinti da sempre, al contrario di quanto si possa pensare, che il dialetto sia un punto di forza e non di debolezza. L’uso del dialetto, oltre ad una questione puramente fonetica che permette di spaziare a 360° con gli incastri e le rime, ci dona quell’originalità che ci distingue. Il rap in dialetto rende la lirica uno strumento musicale che usato con le giuste metriche è molto più efficace dell’italiano.
Oltre all’uso del dialetto, le nostre radici ci influenzano molto artisticamente. Il nostro passato, le nostre tradizioni, la nostra cultura sono i filtri che usiamo per raccontare le nostre storie. Importante per noi è far capire che queste diversità non sono motivo di scontro ma di confronto e di crescita. La denuncia che portiamo nel brano ‘MÉRe FUNNe’, oltre ad essere una sensibilizzazione sul tema degli sbarchi, è anche un modo per ribadire che il rapportarsi con culture diverse non può che impreziosire il nostro bagaglio culturale su tutti i fronti. Noi che siamo ‘emigrati’ al nord questo lo sappiamo bene.”
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Come mai avete deciso di estrapolare “Mère Funne” come bandiera dell’EP?
Sentaur: “Credo che un tema così delicato come quello della migrazione non stia particolarmente a cuore solo al nostro gruppo. Da diversi anni ormai proviamo a confrontarci con tematiche forti che si spera possano sensibilizzare l’ascoltatore. In Occidente non è sempre facile immaginare l’epica odissea vissuta da chi attraversa deserti, mari o gelidi inverni pur di fuggire da guerre e miseria. Nel nostro piccolo anche io ho lasciato la mia terra per raggiungere il Nord, a volte ho incontrato diffidenza e pregiudizi, certo non paragonabili in nessun modo al dramma vissuto da chi è costretto a vivere nella clandestinità.
Ma da queste semplici esperienze ho provato a trarre insegnamenti generali e riflessioni di più ampia portata sulle grandi migrazioni della storia, come ad esempio quella degli italiani agli inizi del ‘900 verso le Americhe o quella appunto dei migranti che cercano di raggiungere la fortezza Europa oggigiorno. La stigmatizzazione e l’inadeguatezza con cui la nostra civiltà tratta il più debole e indifeso mi fa ribrezzo, specie quando viene strumentalizzato come propaganda politica. Quindi per l’esordio del progetto non avremmo potuto scegliere un brano più rappresentativo di ‘MÉRe FUNNEe’.”
Vista la situazione attuale, come pensate di promuovere la vostra nuova iniziativa?
Verso & Brisk: “Il primo atto della trilogia dal titolo ‘Lo Scontro’ è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in edizione limitata in vinile, inoltre con l’album abbiamo pubblicato su youtube il video del brano ‘MERe FUNNe’, realizzato da Daniele Bisceglia e Fabio Abatantuono. I tre atti saranno pubblicati per Django Dischi.
Per la prima volta abbiamo pensato di collaborare con un’etichetta per la promozione di un album e con Django sappiamo di poter contare su una squadra preparata che condivide il nostro amore per quest’arte. La speranza è che presto si possa tornare a fare concerti. Non vediamo l’ora di tornare sui palchi, il nostro habitat naturale.”
Si sanno già le date d’uscita dei prossimi capitoli?
Tutti: “Non abbiamo ancora le date d’uscita e il visto il periodo preferiamo non fare previsioni a lungo termine. La speranza è quella di pubblicare la trilogia entro la fine del 2021, il secondo atto è quasi pronto per essere mixato e masterizzato. Staremo a vedere.”
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