Leonardo Angelucci è un giovane cantautore romano che recentemente ha pubblicato il suo primo album, Questo Frastuono Immenso. Un’opera intrigante che “parla della capacità di amare ed essere felici, della linea di confine tra amore e amicizia, del desiderio di possedere il bene e di tenere a debita distanza il male, del bisogno di distrarsi e della fatica a lasciarsi andare”.

Ma perché vi stiamo raccontando la storia di un ragazzo di Roma? Perché, a gennaio 2019, Angelucci sarà in Puglia per ben due date: il 18 e 19 gennaio a Stornarella (Foggia) e a Martina Franca (Taranto). Perciò, lo abbiamo contattato e ci siamo fatti quattro chiacchiere.

Ciao Leonardo Angelucci, piacere di conoscerti. Visto che è la prima volta che ci conosciamo, ci racconti qualcosa riguardo al tuo percorso artistico?

“Piacere mio, e grazie per avermi contattato. Ho iniziato a studiare musica in giovane età, verso i 7 anni. Poi è sbocciato il mio amore per le sei corde e da lì sono iniziati i primi progetti musicali come chitarrista e come autore con i Black Butterfly, poi con i Lateral Blast. Ad un certo punto della mia esperienza ‘rock progressive’, ho sentito come l’urgenza di tirar fuori dal famigerato cassetto tutti quei brani che per ‘abito’ o per ‘fantasia’ non potevo sfruttare con la band. In quel preciso momento è nato il mio progetto cantautorale, che mi ha portato prima alla realizzazione di un ep di 5 brani, uscito nel 2017, Contemporaneamente, ed ora al mio primo album Questo frastuono immenso“.

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Percorso artistico che, appunto da qualche giorno, si è arricchito con il tuo disco d’esordio, Questo frastuono immenso. Ci può raccontare qualche dettaglio in merito e com’è nata la scintilla per realizzare questo lavoro?

“Quando ho iniziato a lavorare al mio ep avevo già molte canzoni, tante delle quali sono finite nell’album. Beh… È stata una conseguenza… con l’uscita dell’ep abbiamo suonato tantissimo, anche fuori dalla mia regione di appartenenza, raggiungendo quasi i 100 concerti e i 500 ep venduti: c’era troppa voglia di continuare, pubblicare un disco, ampliare la band, ripartire in tour”.

Alle spalle hai comunque un ampio background musicale: quanto influisce su di te questa componente?

“Tantissimo, se calcolate che la maggior parte delle mie produzioni rock e cantautorali hanno tutte un comun denominatore: l’eclettismo. Gli ascolti, lo studio della chitarra, i viaggi, l’amore per la musica: tutti elementi che mi hanno portato ad esplorare gli angoli nascosti della cultura e della tradizione musicale mondiale, dal rock al jazz, dal prog al rap, dalla world music al folk, e così via”.

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Senti, Angelucci, noi siamo molto incuriositi dalla scena musicale romana: com’è? Si respirano sonorità interessanti da ogni dove? Quant’è difficile emergere dal mucchio nel contesto capitolino?

La scena è in florida crescita, pullula di band e di cantautori in ogni dove. Locali e open mic sono sempre saturi di artisti che vengono anche da fuori Roma. Siamo ai tempi della rivoluzione mentale e digitale, come dice Stefano Benni. Le nostre abitudini e azioni quotidiane sono in continuo mutamento. Tutti siamo protagonisti e tutti abbiamo almeno una possibilità di mostrarci al mondo, per il nostro fattore X, il nostro talento. Non so bene se sia una cosa positiva o negativa. Spesso questi artisti esistono sul web, sono bravissimi nel social media marketing, ma poi, sul palco, ci salgono 3 volte l’anno, di concerti ne fanno pochissimi. Molto spesso hanno ansia da prestazione. Diciamo che, secondo il mio punto di vista, la ‘gavetta’, intesa come quel periodo di crescita, sbagli, concerti, dischi, aperture, singoli e quant’altro, ha ancora la sua discreta importanza nella formazione di un artista completo. Non la meteora passeggera”.

Siamo rimasti piacevolmente colpiti da Capigliatura, un tuo brano recente che prende ispirazione proprio dai tuoi capelli…

“Sì, solo una fugace ispirazione però. Sembra così, ma il tema non sono proprio i capelli. Il pezzo è una critica al pregiudizio che ancora oggi attanaglia molte menti bigotte. Ogni giorno c’è qualcuno che fa una battuta più o meno simpatica sui miei capelli, con atteggiamenti da gradasso. Abbiamo troppo spesso la presunzione di avere il mondo tra le mani. Questo non è assolutamente vero. A casa poi rielaboro e scrivo canzoni, tipo Capigliatura, che, alla fine, è diventata anche divertente”.

Abbiamo notato un gran lavoro da parte tua nella creazione dei testi. Quali sono le tue influenze principali? Credi che, a livello testuale, vadano scritte strofe con più letture interpretative?

“Un progetto cantautorale si basa molto sui testi. Per me, musica e parole hanno pari importanza. Purtroppo oggi si fa successo anche mugugnando sillabe addosso ad un microfono o facendo l’elenco della spesa. È tutto relativo. Secondo me sarebbe già molto se riuscissimo a scrivere strofe decenti, anche con un solo significato”.

Comunque, ci stiamo facendo questa bella chiacchierata anche perché il 18 e 19 gennaio sarai in Puglia, a Stornarella (Foggia) e a Martina Franca (Taranto). Cosa ti aspetti dal pubblico pugliese? C’è qualche artista della nostra regione che segui con passione?

“Sono molto legato alla Puglia. La Puglia e la Campania sono state le prime regioni ad avermi accolto con calore, affetto e tanta stima reciproca. Suoneremo venerdì 18 gennaio al KM SCLERO a Stornarella, in provincia di Foggia, e sabato 19 all’Undercover Caffè Letterario a Martina Franca, in provincia di Taranto. Sono legatissimo a questi due posti e alla cultura musicale ed enogastronomica pugliese. Il pubblico si è sempre dimostrato interessato ed entusiasta. Beh, come non citare Caparezza fra gli artisti che più stimo a livello nazionale?”.

Pensi che potresti prendere qualche spunto sonoro dalla nostra tradizione musicale?

“Assolutamente sì, qualche deriva folk, cantautorato tarantolato“.

In generale, cosa ti aspetti da questo tour e dal tuo primo album?

Mi auguro il meglio. Spero che tutto il lavoro e gli sforzi non siano stati vani, spero di suonare tantissimo in posti sempre nuovi e di arrivare con le mie canzoni a più persone possibile”.

Oh, Angelucci, noi ti aspettiamo a braccia aperte in Puglia. Sei forte, facci divertire!

“Daje!”.

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