Nei giorni scorsi è uscito il nuovo singolo di Junior V, “Sconosciuti che conoscono l’amore“, che anticipa l’omonima terza opera discografica. Classe 1998 e pugliese, con queste nuove produzione Junior V punta a riqualificare la propria impronta artistica, passando a sonorità più autoriali e cimentandosi in brani scritti in italiano. Lo abbiamo contattato per saperne di più.
Benvenuto, Junior V. Il tuo terzo lavoro discografico esce in periodo di pandemia. Vista la quasi impossibilità di promuovere la propria musica, oggi creare un’opera può essere definito coraggioso?
“Per me far uscire musica è già una forma di coraggio. Quando la tua musica parla di te e dei tuoi sentimenti, lo è ancora di più. Per fortuna, al giorno d’oggi, ci sono tanti modi per promuovere la propria musica ma purtroppo, vista la situazione attuale, manca una parte che amo tantissimo: i concerti. Questo disco è il mio terzo lavoro discografico ma è come se fosse il primo perché rappresenta per me una rinascita artistica, nella quale ho cambiato genere musicale, look e lingua.”
“Sconosciuti che conoscono l’amore” è un titolo abbastanza particolare, sia per un album sia per un singolo. Cosa si nasconde dietro questa titolazione?
“Dopo aver scritto le prime canzoni del disco, ho deciso di chiamare questo singolo ‘Sconosciuti che conoscono l’amore’ perché riassumeva anche il significato di tutte le altre canzoni. Con questo titolo voglio raccogliere tutte le sensazioni di paura e sconforto nell’iniziare ad amare un’altra persona: queste paure sono date da brutte esperienze che hanno chiuso l’emotività delle persone ma, nonostante tutto, riescono ad uscire allo scoperto tramite sguardi, comportamenti e piccole cose.”
Abbiamo letto che questo disco annuncia una sorta di rivoluzione artistica, proprio nell’impronta del tuo modo di essere artista della scena musicale. Da quale esigenza nasce questo cambiamento?
“Penso che ogni artista debba evolversi nella propria carriera. Ho 22 anni e ho tanta voglia di sperimentare. In questi anni sono cresciuto con il reggae, un genere musicale che mi ha dato tanto, ma crescendo ho voluto sperimentare altro, riuscendo a maturare e trovare una mia originalità artistica.”
Un disco che parla d’amore non è ovviamente una novità: se dovessi inquadrare l’originalità del tuo disco, quale sarebbe?
“Vero, ma alcune canzoni, forse troppe, trattano questo tema in maniera banale. Le mie raccontano storie strane e bizzarre. Ad esempio ‘Sconosciuti che conoscono l’amore’ racconta l’incontro con una ragazza che, durante un viaggio in treno, non faceva altro che farmi leggere delle frasi d’amore evidenziate in un libro di Bukowski.”
Il Covid ha sottolineato quanto la musica venga messa ai margini dell’interesse politico: come mai c’è poca attenzione nei confronti di quest’arte che crea posti di lavoro tanto quanto altre professioni?
“Purtroppo la musica, così come le altre forme di arte, è vista come mera formula di intrattenimento. Lo è anche. Ma per poterlo fare c’è molto lavoro dietro e credo che, paradossalmente, questa situazione stia facendo emergere sempre più questo tema. Per cui spero che quando si tornerà a esprimersi dal vivo, lo si potrà fare con maggiore consapevolezza della professione.”
Junior V e Radio Punto Musica condividono la Puglia: quanta tradizione pugliese c’è in ciò che fai?
“Tanta. Vivo tra Giovinazzo e Polignano a mare, entrambe in provincia di Bari. La mia terra è una continua ispirazione per la mia musica. Se non avessi avuto il mare, che ogni giorno ho la fortuna di guardare, probabilmente le mie canzoni non sarebbero stare le stesse. Non a caso, Domenico Modugno ha scritto alcune delle più belle canzoni della musica italiana, ispirato anche da Polignano.”
Nel corso degli anni abbiamo documentato moltissimi artisti che nascono proprio dalla regione pugliese. A tuo avviso, la Puglia si presta bene a sfornare artisti di ogni tipo? Se sì, perché?
“La Puglia è un paradiso terrestre per l’arte. Io abito a pochi passi dal mare e mi capita spesso di scrivere canzoni guardando l’orizzonte.
Penso che tutti gli artisti pugliesi vivano questa ispirazione che deriva dalla propria Terra.”
Torniamo al disco. Gli altri brani presenti sono uniti da un fil rouge?
“In realtà no. Sono tutte canzoni scritte in situazioni diverse e che raccontano soggetti diversi. Da musicista mi capita spesso di viaggiare e fare nuovi incontri. Mi è capitato di provare sentimenti per una persona e di doverli troncare solo perché era ‘impossibile’ mantenere una relazione data la distanza e tanti fattori. Reputo queste canzoni molto vere perché sono dei ricordi belli e malinconici allo stesso tempo. Il fil rouge potrebbe essere il genere musicale: folk rock con riverberi lunghi, arpeggi di pianoforte, voci armonizzate, chitarre acustiche con accordature aperte ed infine l’utilizzo di microfoni vintage per le registrazioni.”
Promozione, diffusione e condivisione della tua musica: in tempi così incerti, cosa si aspetta di ottenere Junior V da questa nuova fatica discografica?
“Penso che, se dopo ogni uscita discografica si riesce a raggiungere un nuovo (anche piccolo) traguardo, vuol dire che ci si trova sulla buona strada. Il tempo e il sacrificio ripagano tutto, sempre.”
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