La scorsa settimana abbiamo parlato dei Pindar in merito al loro nuovo singolo, “Grande Freddo“. Oggi conosciamo il duo pugliese (diviso tra Roma e Taranto) elettronico, formato da Kosmo Mik e Jeff Turn, in questa nostra intervista.
I Pindar nascono nel 2019, ma entrambi avete pregresse esperienze: come si fa a unire in un’unica strada due percorsi separati?
“In realtà le nostre strade si sono sempre in qualche modo intersecate, di fatto siamo partiti insieme. Era il 2002 ed entrambi facevamo parte degli Anduril, il classico gruppo rock liceale nel quale ci si diverte a ‘coverizzare’ le canzoni internazionali più famose. ‘Another brick in the wall’ era un nostro cavallo di battaglia. All’epoca non potevamo immaginare che tanti anni dopo avremmo ancora condiviso lo stesso palco. Successivamente, anche se impegnati in progetti differenti, abbiamo sempre trovato il mondo di collaborare. Questa grande sintonia, questa comune visione musicale, è alla base del nostro sodalizio artistico”.
Da poco è uscito il nuovo singolo dei Pindar, “Grande Freddo”, che anticipa un nuovo album. Come mai avete estratto questa canzone come portabandiera dell’album?
“‘Grande freddo’ è il secondo di tre singoli che anticipano l’uscita del disco. Il primo è stato ‘Bliss (Just be)’ uscito a gennaio. Questo secondo singolo, ‘Grande freddo’, è un brano al quale siamo molto legati, non perché sia più importante di altri, piuttosto perché abbraccia in maniera complessiva quello che è il concept dell’opera, ossia il ‘distacco’. Il portabandiera, nonché title-track dell’album, sarà il terzo singolo ‘Backgammon’, ma è con ‘Grande freddo’ che si è delineata l’idea concettuale dell’opera, nel brano vengono affrontate in maniera ermetica problematiche quali la solitudine, la mancanza di lavoro, il vandalismo, tutte implicano una forma graduata di distacco da qualcosa o qualcuno”.
Cosa possiamo sapere riguardo all’album che verrà?
“Come già detto, sarà un concept album che avrà come tema principale, ma non esclusivo, il ‘distacco’. Il titolo sarà ‘Backgammon Vol.1 – La vita e il vento’, con pubblicazione prevista entro metà maggio. Il disco sarà composto da 8 brani, e costituirà il primo volume di un’opera più ampia”.
I Pindar si sono posti degli obiettivi particolari in merito a questo disco?
“Il nostro obiettivo principale è condividere emozioni con persone che possano ascoltare i brani e arrivare al cuore di essi. Sarebbe davvero bello potersi confrontare con loro, ascoltare le loro impressioni. Questo è il nostro obiettivo, che poi rappresenta l’essenza stessa dell’arte in generale: arrivare al cuore delle persone”.
Ovviamente, il tema del giorno è il Coronavirus, che influisce anche nel mondo della musica. A vostro avviso, cambierà anche il modo di consumare quest’arte? Abbiamo riscoperto il valore della musica nella nostra vita quotidiana?
“Il valore della musica è sempre stato fuori discussione: chi non ama la musica – un concetto per noi assurdo – non ama la vita, dunque più che una riscoperta del valore è stata compresa maggiormente la sua importanza. Il modo di fruire dell’arte ultimamente è cambiato profondamente, ma speriamo si possa presto tornare ad assistere ai concerti, non solo per risolvere i delicati problemi economici che il ‘sistema musica’ sta sopportando, ma soprattutto per dare nuova energia positiva alle persone. I live da casa sono simpatici, è bello poter assistere da casa ad uno spettacolo che sembra quasi essere esclusivo per l’ascoltatore, ma non è la stessa cosa, né per il pubblico né per l’artista. Manca quella magia, che è la grande bellezza della musica. Speriamo dunque si possa tornare presto a sentire il profumo dell’erba, a vedere i colori e vivere l’energia che solo un concerto può donare”.
Quali sono le vostre speranze per il futuro della musica per i Pindar?
“Oltre a sperare di poter presto tornare a fare concerti, ci auguriamo che modelli e stereotipi artistici possano essere superati a favore della libera creatività. Ultimamente si è assistito ad una sorta di appiattimento stilistico. Tale appiattimento ha investito paradossalmente più le piccole e medie etichette che le major. Si tende troppo a cavalcare le mode del momento, questa tendenza riguarda ormai anche gli artisti che sembrano essere più preoccupati di piacere al pubblico, con il risultato che si finisce per ascoltare canzoni simili tra loro per contenuti e arrangiamenti. La nostra speranza è dunque che tutti possano tornare in maniera libera a fare il proprio lavoro anteponendo la creatività a tutto il resto”.