Inigo, nome d’arte di Inigo Giancaspro è un cantautore pugliese, nato a Molfetta, in provincia di Bari. Il suo bagaglio artistico conta una carriera decennale, collaborazioni illustri e una discografia arricchita dall’album Terzo disco d’esordio. Disco dal quale è stato estratto La tesi del coraggio, brano che vede la partecipazione di Andrea Mirò. Abbiamo chiacchierato un po’ con Inigo per scoprire qualche dettaglio in più.

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Inigo, come mai hai deciso di estrarre La tesi del coraggio?

“Perché lo ritengo il pezzo più rappresentativo dell’intero album, probabilmente non il più ‘radiofonico’, ma sicuramente quello che racchiude in se i messaggi di questo disco: resistenza, coraggio e voglia di fare sempre e nonostante tutto”.

Com’è nata la collaborazione con Andrea Mirò per questo brano?

“Come detto in altre interviste, è nata una volta provinato il pezzo. Sentivo che una presenza di spessore artistico come la sua avrebbe potuto aggiungere qualcosa a questo brano, e quindi ho fatto in modo di farglielo ascoltare. A lei è piaciuto e così e nato questo featuring. Ha fatto un bellissimo regalo sia a me che alla canzone, gliene sarò per sempre grato”.

Mirò ha fatto un bellissimo regalo sia a me che alla canzone, gliene sarò per sempre grato.

– Inigo

Il videoclip racconta una storia abbastanza singolare, dove al centro viene messa una persona con disabilità. Com’è nata questa idea?

“L’idea l’ha avuto il regista del videoclip, Tommaso Trombetta. Lui ha girato per me diversi videoclip oltre a questo, ci confrontiamo sempre costantemente, a me l’idea è piaciuta subito. È un videoclip di ispirazione Blackmirroriana: io interpreto un cinico ‘spacciatore’ di ricordi felici che poi si rivelano del tutto effimeri. Mi è sembrato subito che la storia potesse aggiungere alla canzone una nuova chiave di lettura”.

A quasi un anno di distanza dalla pubblicazione di Terzo disco d’esordio, quali sono le somme che ti senti di tirare?

“È un disco che è lievitato piano piano come il pane, lo abbiamo suonato un bel po’ in giro sia in anteprima che dopo l’uscita e tutt’ora stiamo continuando a suonarlo. La gente ai concerti risponde bene e io sono felice dei risultati ottenuti nonostante i pochi mezzi a disposizione che abbiamo avuto per promuoverlo”.

Negli anni, hai collaborato con artisti di fama nazionale. Cosa hai ricevuto da loro e cosa hai saputo donare?

“Quello che ho potuto donare io è sicuramente rispetto e gratitudine, lo stesso rispetto che ho ricevuto dall’altra parte. Loro mi hanno arricchito artisticamente e umanamente, ognuno di loro ha contribuito alla mia crescita e mi ha aiutato a credere ancora di più nel mio lavoro e nel mio percorso, nonostante i mille ostacoli che si incontrato per strada”.

Dai tuoi inizi fino a oggi: com’è cambiato Inigo?

“Ho sicuramente le idee più chiare, più consapevolezza dei miei mezzi e anche dei miei ‘difetti’. All’inizio era tutto una sorta di roulette russa, oggi come allora però cerco di conservare intatto il mio istinto nello scrivere canzoni, per il resto proverò sempre ad alzare l’asticella non tanto delle aspettative ma soprattutto dei risultati del mio lavoro”.

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Capitolo Sanremo. Sui social si sono aperti diversi dibattiti, due su tutti riguardanti le origini di Mahmood e la questione del televoto. Tu che conosci l’Ariston, ti senti di dare una tua opinione riguardo a tutto il polverone mediatico che è venuto fuori?

“Innanzitutto con Mahmood ho condiviso un percorso fondamentale per la mia carriera: entrambi siamo stati vincitori di Area Sanremo nel 2015, ci ho anche suonato in apertura nell’estate del 2016 ad Asti Musica. È una bella persona oltre che un grande artista, pertanto non posso che essere felice per il suo successo. Per quanto riguarda le polemiche, quelle ci saranno sempre, potremmo parlarne per settimane, quelle sulle origini di Alessandro nel 2019 sono ridicole oltre che anacronistiche. Io l’unica cosa che so è che non si possono fare gare con le canzoni, non è salto in lungo e i criteri sia dei critici che del televoto lasciano il tempo che trovano. Io penso che l’unica cosa che conta è arrivare ad un pubblico e a parità di promozione e opportunità ogni artista riesce ad intercettare il suo”.

Mahmood è una bella persona oltre che un grande artista, pertanto non posso che essere felice per il suo successo.

– Inigo

Tu e noi di Radio Punto Musica condividiamo una caratteristica: la Puglia. La tua regione d’origine influenza in qualche modo il tuo essere artista?

“Sarebbe strano il contrario. Certo che sì, ogni artista ‘deve’ assorbire il suo contesto sociale e geografico per poi convertirlo in arte, nel mio caso in canzoni, se così non fosse scriveremmo tutti le stesse cose magari provando a stare dietro all’hype del momento: periferie urbane, droga e università”.

Negli ultimi tempi si sente spesso dire che l’indie è morto. Tu cosa ne pensi?

“Io penso semplicemente che si sia mischiato un po’ tutto e che il miscelatore principale sia stato il web. L’indie è semplicemente straripato da confini che fino a qualche anno fa erano ben definiti. Detto questo, io sono più legato al concetto discografico di musica indipendente che a quello di genere e il fatto che alcune realtà discografiche indipendenti siano riuscite ad ottenere risultati enormi, in alcuni casi superiori a quelli di prodotti mainstream, non può che farmi ben sperare per il futuro”.

E invece per quanto riguarda la scena underground?

“Per sommi capi, credo che il discorso sia potenzialmente simile: un artista è underground finché non succede qualcosa che gli permette di emergere in qualche modo, e di conseguenza allargare il suo pubblico. La cosa fondamentale è mantenere la propria identità artistica durante il passaggio e devo dire che, in questo periodo storico più che in altri, questo passaggio è abbastanza indolore per molti”.

La cosa fondamentale è mantenere la propria identità artistica durante il passaggio.

– Inigo

Cosa ti aspetta nel futuro? Tornerai in Puglia?

“Io in Puglia ci vivo con tutte le difficoltà del caso per chi fa questo lavoro lontano dalle metropoli. Pertanto ci torno dopo ogni concerto e dopo ogni viaggio di lavoro. Per quanto riguarda il futuro, siamo in tour fino ad aprile e poi probabilmente ci saranno delle novità”.

 

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