Nel corso degli ultimi mesi abbiamo conosciuto diversi artisti provenienti dalla Puglia. Questa volta ci interfacciamo con Argento, nome d’arte della cantautrice Ilaria Passiatore, originaria di Francavilla Fontana, la quale è stata a un passo dal conquistare uno dei 24 posti per la finale di Sanremo Giovani 2019. Così l’abbiamo contattata per farci raccontare questa recente esperienza e, più in generale, il suo percorso artistico. E siamo partiti con una domanda banalissima.

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Dobbiamo chiedertelo, anche se sappiamo che te l’avranno chiesto in tanti: come mai “Argento”?

È una domanda d’obbligo ormai. In realtà non l’ho scelto, è un nome che forse mi ha scelta. Da piccola spesso dormivo dai nonni, e ogni volta che mia nonna mi metteva a letto mi sussurrava: “Sogni d’argento, perché quelli d’oro li farò io sognando te”. Ecco da dove proviene “Argento”, dall’amore puro di mia nonna, che mi ha sempre spronata a seguire i miei sogni.

Recentemente hai provato ad accedere ai 24 finalisti di Sanremo Giovani 2019 con il brano Mescolare, purtroppo senza successo. Come mai, secondo te, questa canzone non è stata selezionata?

Bella domanda. Non so dirti il perché. Forse perché troppo lontana dal mondo sanremese? Essere stata selezionata tra i primi 69 è stata comunque una bella, bellissima esperienza. Il 12 novembre sono stata convocata per l’audizione finale e ho cantato Mescolare davanti alla Commissione Musicale e a Claudio Baglioni, è stato davvero molto emozionante.

Visto che l’abbiamo chiamata in causa, questa domanda è consequenziale: ci puoi raccontare la genesi di Mescolare?

Mescolare parla di quella sensazione di impotenza nei confronti del mondo, delle cose che proprio non sopporto. Questa lista di cose scritta come se fosse una ricetta medica che vorrei tanto strappare; mescoliamo e ingeriamo tutto il giorno cose stupide, cose inutili e la mattina dopo si ricomincia da capo. Bisogna convivere con tutto questo ma allo stesso tempo lottare per non farsi risucchiare da questo vortice di malessere.

In un comunicato stampa ho letto che, a proposito di Mescolare, dici che “mescoliamo e ingeriamo cose stupide”. Ecco, come mai siamo in un contesto nel quale abbocchiamo facilmente alla stupidità, sia nella realtà sia nella virtualità?

Perché la possibilità di dare parola pubblica a chiunque (bacheca facebook, instagram, ecc..) mette tantissime persone nella posizione di non sviluppare più la capacità di distinguere un’opinione di valore da una ignorante, superficiale o addirittura fasulla.

Allora, devi sapere che hai una caratteristica che ti accomuna alla redazione di Radio Punto Musica: entrambi siamo realtà pugliesi. Quanta tradizione locale c’è nella tua arte?

Zero direi. Il mio sound è internazionale. Non c’è nulla di tradizionale se non le mie esperienze e sensazioni personali nei testi.

A tuo avviso, come mai gli artisti del sud Italia devono per forza uscire dal loro contesto d’origine per sperare in un balzo di qualità importante?

Semplicemente perché le realtà più di livello si trovano nelle grandi città. Io stessa ho dovuto lasciare la mia bella Puglia per iniziare un percorso totalmente diverso da quello che facevo, in tutti i sensi.

Da qualche parte ho letto che sta per uscire il tuo nuovo album: è vero? Si ha una data? Di cosa parla? Visto quanto siamo bravi a fare domande a raffica?

Vero! Il prossimo anno sarà l’anno del mio primo album, e questa cosa mi emoziona davvero tanto, è arrivata decisamente l’ora. In questo periodo infatti sto buttando giù tante idee in modo da avere quanti più provini possibili e iniziare a scegliere i pezzi che faranno parte del disco. Non ho ancora una data in mente e parlerà solo di cose belle, anzi bedde come si dice in Puglia!

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Abbiamo anche scoperto che sei amico di Leonardo Angelucci, anche lui nostro vecchio ospite. Vuoi fargli un saluto?

Leonardo è il mio fratellone. Alka Record Label non è solo un’etichetta, è una grande famiglia e con lui ho stretto un bellissimo rapporto. Ti voglio bene Leo!

Argento, sei solo agli inizi, ma fai già parte di quell’insieme denominato “musica emergente”. A tuo avviso, che stagione sta vivendo questa fascia artistica?

La creazione artistica nella musica emergente penso sia troppo ricca di tecnologia e comodità. La buona e sincera musica nasce spesso dal disagio e dalla necessità di fare tanto con poco. Tutto ciò non lo sto percependo, tranne in alcuni casi, sinceramente nella musica italiana. Quindi per noi emergenti creare qualcosa all’altezza della potenza delle produzioni di almeno 20 anni fa sembra un’ impresa titanica. Creare qualcosa che resti nel tempo dovrebbe essere la prima ossessione di un’artista; penso che in generale, secondo il mio piccolo parere, non abbiamo i mezzi e i contenuti necessari per creare quel qualcosa in questo periodo storico.

Probabilmente avrai seguito il caso Habanero, riguardante le molestie sessuali in ambito musicale. Perciò, vorremmo farti una domanda secca: la musica è un mestiere per donne?

Mi meraviglio che nel 2019 si parli ancora di differenza tra uomo e donna. È una cosa veramente assurda.

Ultima: cosa ti aspetti per il 2019?

Che il mio album sia il disco dell’anno, tante date live e un po’ di soldi che non guastano mai! A parte gli scherzi, sarà un anno molto produttivo e interessante, non vedo l’ora di iniziare. Adesso mi godo le vacanze giù in Puglia con parenti e amici e a gennaio si riparte, verso l’infinito e oltre.

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