Con la pubblicazione del nuovo album “Guarda come ti guarda“, Alessandro Tomaselli prosegue il proprio cammino musicale dopo il disco di debutto pubblicato nel 2015, “Dove andiamo noi niente a che fare“. Lo abbiamo contattato per conoscere più da vicino la sua nuova opera discografica.

Benvenuto, Alessandro Tomaselli. C’è un fil rouge che collega tutti i brani del tuo nuovo album?

“I brani sono nati a ridosso l’uno dell’altro, non nella sequenza del disco ma quasi, e ognuno ha vita propria. In questo senso non esiste un filo rosso che li lega, se non la tempistica. Il mio è stato un lavoro di selezione basato su criteri strettamente musicali. Ho cercato la varietà, o comunque di mettermi in gioco musicalmente in modi che in questo (quel) momento più mi riguardano. C’è qualche brano che è sfuggito a questa selezione e l’ho rinviato alle prime file del prossimo disco.”

Com’è nato questo disco?

“Come frutto di un amore maturo tra il precedente, ‘Dove andiamo noi niente a che fare’, e il desiderio di mettermi in gioco come producer delle mie nuove canzoni.”

Cosa ti aspetti di scaturire nei tuoi ascoltatori con questa nuova opera?

“Spero che agli ascoltatori faccia bene fruirla come ha fatto bene a me crearla.”

Creare un disco in un periodo in cui la promozione è complessa: può essere definita una scelta coraggiosa?

“A questa domanda potrebbero risponderti meglio Giuseppe e Mario di XO La Factory i quali, dici bene, stanno compiendo un’azione eroica e coraggiosa, cioè pubblicare un disco di cantautorato non facile in tempi difficili. Probabilmente anche per loro è una scelta inevitabile, continuare a nutrire una passione malgrado tutto e ancora più forte di come lo si farebbe in tempi di ‘normalità’. Inevitabile così come lo è per me continuare a scrivere e creare nuova musica e contenuti.”

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Alessandro Tomaselli, sei un ragazzo pugliese di stanza a Berlino: che differenza c’è nel modo di approcciare e concepire la musica tra Italia e Germania?

“Non credo ci sia una differenza sostanziale e non voglio cercarla a tutti i costi. Quello che so è che arrivi in aereo in Puglia quasi come da Bari a Ostuni in treno. Immagina quando impareremo a viaggiare come viaggiano i file e le informazioni. La tua domanda avrebbe più senso se io vivessi in Cina. E pure lì è da vedere.”

album alessandro tomaselli

Alessandro Tomaselli e noi di Radio Punto Musica condividiamo una caratteristica: la Puglia. C’è un po’ di tradizione artistica pugliese in ciò che crei?

“Sono sicuro che sì, anche se concretamente non saprei dirti in che modo e in che misura. Forse dovresti dirmelo tu o definirti meglio. In questa tradizione artistica ci metti dentro pure Carmelo Bene?”.

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C’è qualche artista internazionale e nazionale da cui prendi ispirazione?

Amerigo Verardi ha appena pubblicato un disco meraviglioso e a lui artisticamente devo tantissimo. Come artista straniero ti direi Oh Petroleum, se non fosse che lo conosco bene e so che è un conterraneo, e anche lui sta per pubblicare un disco bellissimo. Quindi, piano B, Alabaster DePlume, musicista inglese, sassofonista e anche cantante che collabora con diversi membri del folk e del jazz. Mi sono imbattuto nella sua musica a disco già compiuto, altrimenti avrei detto con sicurezza di essere stato influenzato da quelle sonorità. O forse è proprio vero che il tempo non esiste.”

La pandemia ha rimesso al centro del villaggio il ruolo della musica in quanto professione lavorativa. Secondo te, nei prossimi anni, sarà amalgamata dal pubblico italiano la percezione dell’artista in quanto lavoratore?

“Dubito che uno spettatore saprà mai quanto lavoro e fatica c’è dietro un’opera d’arte, e la gratuità e lo screen scrolling sicuramente non giovano in questo senso. Ma sono pronto a colpi di scena.”