Al Festival di Sanremo 2020 c’è anche la Puglia. Conosciamo Gabriella Martinelli e Lula.
Gabriella Martinelli, di Montemesola (Taranto), e Lula, di Roma, si uniscono per dare forma a un duo che proverà la scalata al successo nella categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2020. La prima è una cantautrice e polistrumentista, ha girato l’Europa da busker e vanta numerosi anni di gavetta tra club, festival e teatri. Nel suo palmaès, conta già numerose conquiste: Targa Bigi Barbieri 2018, Premio L’Artista che non c’era 2018, Premio Botteghe d’Autore 2017 (Miglior Interpretazione); Premio Bindi 2015; Musicultura nel 2014. Inoltre, nel 2013 ha partecipato a The Voice of Italy su Rai2. In aggiunta, è stata una delle voci italiane del “Come to my home”, progetto nato in Africa. Infine, lo scorso anno si è aggiudicata l’Area Sanremo. La seconda, invece, è Lucrezia Di Fiandra, anche lei polistrumentista, ma di origini romane. Anche lei, con il suo nome d’arte Lula, assieme a Gabriella, ha vinto Area Sanremo 2019.
Sanremo 2020, con quale canzone si presenteranno?
Il brano con il quale Gabriella Martinelli e Lula si presenteranno al Festival di Sanremo 2020 sarà “Il Gigante d’Acciaio“. Un mix tra rock cantautorale e rap, condito da temi sociali. In particolare, il singolo fa riferimento alle vicende riguardanti l’ex Ilva, la più grande acciaieria d’Italia, di cui le cronache sono ben note. “I miei cugini sono ex dipendenti Ilva – racconta Gabriella -, mio nonno ha lavorato tutta la vita in una fabbrica. Ero sull’autobus che mi avrebbe riportato nella Capitale dove vivo da un po’ di anni. L’autobus parte sempre dal porto mercantile, un posto a due passi dal quartiere Tamburi, detto anche il ‘quartiere rosso‘ perché vicinissimo al gigante d’acciaio che sprigiona una polvere rossiccia, un composto di metalli pesanti che si deposita dappertutto. Quando spira forte il vento, la città ha paura, le donne chiudono le finestre e i bambini non vanno a scuola. Chi vive giù conosce bene tutto questo. Taranto è una città bellissima, eppure nella grande conchiglia c’è da perdere la testa, Taranto ti morde e balla, rosso è anche il colore della disperazione: non ci sono grandi alternative e a volte non resta che andare via”.