I Malamore sono una band di origine salentina nata nel 2018. La loro è una formazione molto giovane, che conta Matteo, Daniele e Giacomo, oltre a Osvaldo (che abbiamo imparato a conoscere qualche tempo fa). Di fatto, il progetto Malamore nasce proprio dalle ceneri del percorso artistico di quest’ultimo. Inoltre, alla fine del 2019, la band ha pubblicato un nuovo singolo, “Fotografia“, che ha superato le 3 mila views su YouTube. In aggiunta, le cronache recenti racconta del loro primo EP, pubblicato il 16 gennaio 2020. Vista la tanta carne al fuoco, abbiamo deciso di intervistare il quartetto pugliese.
Osvaldo, noi tempo fa abbiamo già parlato con te riguardo al tuo progetto. Ora confluisci nei Malamore. Ci spieghi un attimo questa dinamica? Cosa ti ha portato a fare questa scelta?
“È stata una scelta avvenuta quasi in automatico, in quanto siamo le stesse persone a far parte di un progetto che fino a qualche mese fa aveva ancora il nome di un solista (il mio). Ci siamo ritrovati ad essere una band e sentivamo la necessità di trovare un nome che ci desse un’identità”.
Come mai avete scelto il nome Malamore?
“Per caso, una sera guardavamo il film ‘Lo Spietato‘ e, a un certo punto, è partita una canzone a noi sconosciuta. Era ‘Malamore‘, reinterpretata da Sinigallia come colonna sonora del film. Ricercando bene, poi, abbiamo scoperto che la canzone era di Enzo Carella. Ci siamo innamorati di quelle note e anche di quel nome”.
I Malamore sono in giro da qualche tempo, e hanno ricevuto già ricevuto qualche attestato di grande importanza, come accaduto al contest Frequenze Mediterranee a Matera. Per chi ancora non vi conoscesse, chi sono i Malamore?
“Siamo quattro amici con la passione per la musica. Ci conosciamo da tempo, due di noi sono anche fratelli e, anche quando non suoniamo, condividiamo il resto della vita insieme. Come una famiglia”.
Visto che siete 4 ragazzi salentini, con noi di Radio Punto Musica condividete una caratteristica importante: la Puglia. Quanto (e se) influisce la tradizione della vostra terra d’origine nella musica che proponete?
“Di sicuro la Puglia è un piccolo posto nel mondo con una fonte di ispirazione non da sottovalutare. Anche se con la nostra musica non riproponiamo la tradizione salentina, credo che siamo molto fortunati a poter creare della musica intorno a questo pezzo di Terra”.
Recentemente avete fatto uscire il brano “Fotografia“. Di che parla?
“Il pezzo ‘Fotografia‘ racconta la bellezza dell’amore, del modo in cui porti a condividere le cose più semplici nella vita quotidiana, come una giornata al mare che resterà eterna nei ricordi”.
La storia della musica italiana racconta spesso di band che hanno problemi ad arrivare integre alla fine della propria carriera e, spesso e volentieri, si sciolgono sul più bello. A vostro avviso, cosa dovrebbe avere un gruppo per restare solido? E come si fa a tenere sulla stessa lunghezza d’onda diverse teste pensanti?
“Noi crediamo in un’unica formula: amore più rispetto uguale musica. L’amore per quello che si fa più il rispetto delle persone con cui lavori, portano il miglior risultato che si possa raggiungere. Credo che questo valga anche in altri settori, non per forza musicali”.
Siamo in un momento storico nel quale la musica è satura di nuove proposte. Cosa serve per emergere da questo universo colmo di giovani scommesse?
“Crediamo molto nella comunicazione. Ci piace suonare live e facciamo di tutto, perché quello che facciamo sul palco, arrivi alle persone che ci ascoltano. Quindi credo serva l’energia. L’energia dei Malamore”.