Il DUbbio è il nuovo protagonista di Radio Punto Musica. Un band di Trani composta da tre elementi (Nicola Lotti, Fabio Lotti e Gianfranco “Mode G” Chieppa”) che “nasce per caso nel 2017”, com’è scritto nella loro pagina Facebook. Da qualche tempo è uscito Evoluzione, il loro debut album, che ha già raccolto recensioni positive. Dunque, cosa dobbiamo sapere della loro musica? Quali saranno i progetti futuri de Il DUbbio? E la loro origine pugliese influisce particolarmente nel loro operato? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, levandoci, però, prima… un dubbio.
Perché Il DUbbio?
“Perché il dubbio è insito nell’animo umano ed è fisiologico, perché è dubitando che si matura e si cresce, perché al primo master di Evoluzione, il nostro primo disco, questa parola è stata scritta involontariamente con le prime due lettere maiuscole e ci è piaciuto, perciò abbiamo deciso di mantenere questo errore”.
Abbiamo letto nella vostra biografia che raccontate il mondo ‘con tutte le sue verità più scomode e le sue contraddizioni’. Potete farci un esempio?
“A noi piace parlare della realtà e di storie vere e pensiamo che farlo in maniera cruda e naturale sia la scelta più azzeccata. Lo facciamo senza perderci in fronzoli o tra le metriche e le melodie per mantenere intatta la purezza del racconto”.
Radio Punto Musica e il DUbbio condividono una caratteristica: la Puglia. Nelle vostre sonorità, c’è un po’ della tradizione pugliese?
“Noi adoriamo il nostro paese e le sue tradizioni, e lo facciamo semplicemente raccontando storie vissute proprio qui, a Trani, e in generale nella nostra Puglia”.
La vostra musica è ‘spoken rock elettronico e viscerale’. Tonalità abbastanza di nicchia: come pensate si possa arrivare al grande pubblico in questo senso (se, ovviamente, è uno dei vostri obiettivi)?
“Penso che prima di arrivare agli ‘altri’, la tua musica deve arrivare a te. Se provi sempre a dare il tuo meglio, a cercare di ricreare in musica ciò che più ti rappresenta, prima o poi qualcuno se ne accorge e ti apprezza. E non importa che siano grandi numeri”.
Evoluzione, prima il singolo e poi il disco. Quali sono i riscontri ottenuti negli anni riguardo alle vostre opere?
“Siamo al giro di boa con la promozione di Evoluzione ed oggi posso dire di aver avuto molti riscontri e recensioni positive. Il DUbbio è un progetto giovane, con appena un anno e mezzo di vita, e già il fatto che in giro ci conoscano e si parli di noi è una gran soddisfazione”.
Il DUbbio nasce dall’insieme di precedenti esperienze. Cosa avete amalgamato dal passato nel vostro presente?
“Delle precedenti esperienze mi porto innanzitutto gli amici-musicisti che ancora oggi collaborano nel progetto. È rimasto intatto il modo di fare musica con naturalezza e senza forzature, tutto parte dall’ispirazione che può essere un semplice giro di basso, una linea di batteria, un synth acerbo”.
Si dice spesso che la musica di prima era meglio. Voi cosa ne pensate?
“È un discorso troppo generalista che non condivido. Sicuramente ci sono stati grandi band e grandi nomi nel passato. Ci sono stati gli anni del blues, poi della libertà musicale, del rock dei novanta, eccetera. Oggi viviamo in un periodo in cui la musica sicuramente è inflazionata e spesso usa e getta, ma nell’underground c’è sempre qualcosa di buono, basta cercarlo”.
A vostro avviso, che stagione sta vivendo la musica italiana?
“La stagione della Trap, la musica che oggi è ascoltata per la maggiore dai più giovani. Mentre il popolo dei ‘vecchi’ resta ancorato a cantanti pop nostrani ormai vetusti. E in mezzo ci sono i nuovi cantautori italiani che cercano di farsi strada”.
Tempo fa è uscito un discorso politico riguardante la diffusione delle canzoni italiane in radio. Per il DUbbio, le radio dovrebbero spingere più brani del Bel paese? O bisogna sindacalizzare su altre situazioni?
“Dovrebbero spingere di più i brani dei giovani artisti emergenti nostrani. Perché ci sono e meriterebbero di più. Per quanto invece riguarda musica italiana o straniera, non mi pongo il problema perché la musica va ascoltata tutta e poi dare pareri che tuttavia rimangono sempre soggettivi. ‘La musica va ascoltata e non sentita’”.
Quali sono gli obiettivi futuri de il DUbbio?
“Andare avanti, mai fermarsi, abbiamo già sette brani nuovi ed alcuni di questi li stiamo già portando live. Non escluderei un nuovo disco per fine anno”.