Savino Riontino, in arte SIRE, lo abbiamo imparato a conoscere già qualche mese fa. In quell’occasione, abbiamo parlato dei suoi primi singoli, del suo nuovo EP e della sua terra natia, la Puglia. Ora, come vi abbiamo precedentemente raccontato, vive a Torino e continua la sua strada musicale, il rap. Da poco ha estratto un nuovo brano, Voglio molto di più, ed è per questo che ci siamo fatti una nuova chiacchierata.

Bentornato, SIRE. Qualche giorno fa hai estratto un nuovo pezzo dall’EP Finto, Voglio molto di più. L’abbiamo ascoltato, c’è molta introspezione, senso critico e voglia di emergere. Lo consideri un brano che mette alla prova la tua maturità artistica?

“Ciao, grazie mille. Non credo sia un brano che mette alla prova la mia maturità artistica, semplicemente ho scritto questo brano pensando a tutto quello che ho passato e tutto quello che deve ancora venire. Ho scritto il brano pensando alle volte che ho dormito in stazione e alle volte in cui una casa l’avevo ma mancava la corrente, l’acqua calda e un pasto, ho scritto il brano pensando che domani solcherò i più grandi palchi d’Italia, guadagnerò con quello che mi piace fare e la gente mi ricorderà. Tutto quello che deve ancora venire me lo merito e ne ho bisogno”.

Voglio molto di più: quanta ambizione serve nella vita per ottenere ciò che desideriamo?

“Non si può quantificare. Da 10 anni mi sveglio ogni mattina e lavoro ora dopo ora, giorno dopo giorno, solo ed esclusivamente per arrivare alla meta. So che ce la farò, so che posso farcela perché se così non sarà allora avrò sprecato 10 anni della mia vita. Io vivo per questo. Ecco, forse l’ambizione non è tutto nella vita, per arrivare al raggiungimento di un qualsiasi obiettivo serve dedizione, costanza e tanto studio”.

SIRE, siamo rimasti molto colpiti dalla frase Non so rispondere quando mi chiedono da dove vengo. Allora noi facciamo l’inverso: da dove non vieni?

“Eh eh… Non so rispondere neppure a questo. Il mio primo viaggio da solo l’ho fatto quando avevo 8 anni. Novecentonovanta chilometri di strazio dalla Puglia al Piemonte, da allora in 25 anni ho cambiato 24 città. Diciamo che mi sento italiano”.

Proviamo a dare la nostra prospettiva: Voglio molto di più ci è sembrato un climax di emozioni, da una forte critica a se stesso e al contesto circostante fino al desiderio di spaccare le catene e mettersi in gioco. Ci siamo avvicinati?

“Avete colto appieno il senso del brano. Ma la critica non è rivolta a me medesimo, ma solo a chi negli anni ha contribuito alle volte a farmi cadere, a mettermi i bastoni fra le ruote, a volte anche involontariamente”.

Rispetto a 8 piani, il beat ci è sembrato più dolce, come se volesse avere l’effetto di tranquillizzare l’ascoltatore, come a dire “Va tutto bene, credi in te stesso”. Stiamo facendo un’interpretazione forzata, SIRE?

“Alle volte le persone che ascoltano i miei brani riescono a carpire significati che io non avevo intenzione di dare ai miei testi. Mi piace molto l’interpretazione che avete dato in questo caso e, sì, essendo io uno convinto che se sorridi e pensi positivo puoi far andare tutto bene, rispecchia bene il significato”.

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Il brano vede la collaborazione di SIRE con un altro giovane rapper, D Trip. Com’è nato il vostro feat e quant’è importante che gli artisti emergenti si aiutino tra loro?

“D Trip l’ho conosciuto anni fa ad uno dei primi contest a cui ho partecipato qui a Torino. Credo che nella città sia uno dei pochi emergenti che vale la pena ascoltare, non è stato difficile decidere chi volevo nel brano. È molto importante aiutarsi tra emergenti soprattutto dello stesso genere musicale, perché in qualche modo se arriva al successo un emergente, di conseguenza sale tutta la scena a cui è appartenuto il rapper.

Purtroppo però oggi nessuno aiuta nessuno, va avanti chi ha quattro spiccioli da spendere in pubblicità e denigra gli altri, forse solo per invidia o per paura. Come dissi nella scorsa intervista, io faccio anche il videomaker: credo di aver fatto video gratuiti a mezza scena torinese e a Roma, Milano, Genova e Bari ne ho fatti per quattro spiccioli. Nel mio piccolo, ho aiutato parecchi a farsi strada anche solo con quei video.

Il problema è che oggi fare musica è diventato troppo facile: chiunque può prendere un pc e scrivere le prime cazzate che gli vengono in mente. La qualità della musica prodotta si è abbassata talmente tanto che forse è un bene che nessuno si aiuta più. Sarebbe perfetto se la gente ascoltasse musica per piacere e non per moda; allora i rapper diventerebbero molti di meno e molto più bravi perché tutti gli altri abbandonerebbero”.

Nel videoclip di Voglio molto di più, gli occhi delle persone sono velate di nero nel momento stesso in cui osservano il tuo filmato. Come mai?

“Abbiamo consumato non so quanti minuti in telefonate con Giuseppe Delle Mura (direttore dell’etichetta a cui appartengo, la Sparo Parole) per decidere la storia del video. Volevo che la gente nel video fosse costretta ad ascoltare la canzone, come ipnotizzata e rapita dalle note e dalle parole. Come a dire che io voglio molto di più e non mi importa se qualcuno sarà disposto a darmi quello che mi spetta, io andrò a prendermelo”.

Questo argomento lo abbiamo già affrontato nella passata intervista, SIRE, ma ci teniamo a riaffrontarlo. C’è un po’ di Puglia nelle tue influenze artistiche?

“Ricordo ancora il primo contest a cui ho partecipato qui a Torino: lo vinsi perché non credo che la gente fosse abituata a sentir rappare in quel modo. La tecnica, le metriche sono molto diverse da nord a sud, io ho fuso gli aspetti che più mi piacevano dei diversi stili e credo di essere riuscito a farne uno tutto mio (o almeno, non mi è mai capitato che qualcuno mi dicesse che assomiglio a quel rapper).

Presto farai un nuovo tour? Se sì, pensi di riuscire a passare anche nella nostra regione?

Lo spero tutti gli anni. Ormai faccio live da Torino a Roma molto spesso, ma in Puglia non ci sono ancora stato. Nella scorsa intervista mi avevate fatto la stessa domanda, posso approfittare allora per invitare gli organizzatori dei vari eventi pugliesi a chiamarmi alla prossima occasione? Grazie mille Radio Punto Musica per l’intervista e per l’opportunità, speriamo di risentirci presto”.

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