Alla mezzanotte tra oggi e domani esce Adriatico il primo singolo autoprodotto di Tamerici.

Adriatico e’ un brano sulla condizione esistenziale di chi abita un territorio caratterizzato da un dinamismo incostante, quale è il meridione europeo. Un luogo in cui il radicamento è sincero e profondo, ma conflittuale, segnato dai vuoti desolanti che porta con sé una stagionalizzazione umana, prima ancora che economica. A questo malessere soccorre, in conforto, la proiezione nostalgica verso uno scenario di riconciliazione tra le persone e i luoghi, condensato nell’immagine mentale di un festival estivo.

L’artwork è una fotografia di Piero Percoco (aka The rainbow is understimated), fotografo pugliese seguito in tutto il mondo per l’inconfondibile stupore visivo con cui è in grado di narrare i dettagli della vita di provincia.

Vi riportiamo le sensazioni di Tamerici:

“Adriatico è una canzone sulla condizione esistenziale di chi abita un territorio dal dinamismo incostante, come il nostro Sud.

Chi ascolterà il brano ne coglierà subito un fotogramma ricorrente: quello di un festival estivo.

I festival estivi. Piattaforme di riconciliazione spirituale tra le persone e i luoghi. Che si tratti di piazze o parcheggi, centri storici o periferie, paesi o città, isole o continenti.

Ironia della sorte: il brano esce alla vigilia di un’estate atipica, in cui sono cancellati i festival di tutto il mondo. Una botta amara che ne rimarcherà, sulla coscienza collettiva, il valore necessario, quasi liturgico.

Siamo felici di partire. Siamo felici di farlo con questa canzone”.

Credits:

Testo di D.G. Deramo / Musica di D.G. Deramo e F. Petitti

Registrato e mixato da Dario Tatoli (MAKAI) presso il REH Studio di Terlizzi (BA)

Masterizzato da Matilde Davoli presso il Sudestudio di Guagnano (LE)

Artwork: Piero Percoco

Di seguito il link per l’ascolto privato

Tamerici

Le tamerici sono piante da secoli coltivate sulle coste del Mar Mediterraneo, resistenti alla salsedine e alla siccità. Tamerici è poi la creatura entro cui albergano, a partire dal 2019, le canzoni scritte e prodotte da Donato G. Deramo (Donatello) e Francesco Petitti (Franky), pugliesi della provincia di Bari, in passato membri di una band chiamata Senhal.

Quello di Tamerici è un immaginario di nostalgia, contemplazione e autocoscienza, cui fa da sfondo ricorrente il rapporto di ancestrale contraddizione tra esseri umani e paesaggio. Una relazione di dialogo, attaccamento e immedesimazione, ma anche di abusivismo, abbandono e indolenza.

La scrittura, tanto debitrice della tradizione cantautorale italiana, è immersa in un fondale sonoro onirico, teso al riverbero e alla rarefazione, costituito da chitarre sottili e impalpabili, bassi corpulenti e un’elettronica che non tradisce mai l’habitat compositivo in cui i due sono cresciuti: quello di band.

Dopo Adriatico, è prevista l’uscita di un successivo singolo per l’inizio dell’autunno 2020. Quando i finimondi placheranno, Tamerici potrà forse suonare dal vivo. la nostra prima canzone. Avvertiamo una tensione particolare, mite e piacevole.

Istantanea ritraente F. Petitti e D.G. Deramo davanti all’ingresso di Villa Karusio a Putignano (BA). La dimora, in stile eclettico, fu eretta nell’800 per volere di Antonio Karusio, che ne fece il suo piccolo regno personale. Anticonformista, collezionista d’arte e giramondo (presente all’inaugurazione della Tour Eiffel a Parigi), Karusio fu un fervente anticlericale, al punto che il suo funerale, nel 1902, si svolse di notte al lume delle lampade, senza la presenza di preti.