Qualche settimana fa vi abbiamo parlato del trio pugliese Inude in merito all’uscita del loro nuovo singolo, “Sleep“. Vista la loro tradizione pugliese, abbiamo pensato di intervistarli all’interno del blog di Radio Punto Musica per capire più approfonditamente la natura della loro arte. Per questo motivo abbiamo parlato con Flavio Paglialunga, voice/percussion/synth del terzetto.

Inude

Per chi ancora non vi conoscesse, come sono nati gli Inude?

“Io, Giacomo Greco (Guitar/Voice/Programming/Synth) e Francesco Bove (Dubmaster &more) ci conosciamo da una vita, abbiamo iniziato a suonare da piccoli, poi le nostre strade si sono divise. Dopo qualche anno, Giacomo mi ha chiamato per propormi un nuovo progetto. Agli inizi eravamo solo io e lui, e i primi pezzi sono nati in un bilocale di Milano. Qualche anno dopo, si è unito Francesco e da quel momento abbiamo sempre scritto e prodotto tutti insieme”.

Siamo in un momento storico dove la musica elettronica è molto attiva e florida. Tuttavia, quando se ne parla, spesso ci si riferisce ai progetti sempre con il termine ‘respiro europeo’, come se mancassero le radici o le particolarità della nazione dal quale quel determinato progetto artistico proviene. Secondo voi, è così?

“Vero, anche a noi spesso viene detto che il nostro suono ha sonorità poco italiane ed è indiscutibile che le influenze che determinano la nostra musica provengono fuori dai confini italiani. Ciò non significa che il nostro background musicale non comprenda sonorità o influenze nostrane. Quindi credo che avere un ‘respiro europeo’ non significhi per forza non avere delle particolarità italiane”.

A tal proposito, in Italia, è ancora possibile dare un’impronta nazionale alla musica elettronica?

“In generale non è mai facile dare una propria impronta, risultare riconoscibili al primo ascolto non è semplice ed è un percorso lungo fatto di sperimentazione e di ricerca. Il suono italiano ha molte sfumature interessanti che potrebbero tranquillamente diventare un elemento distintivo per un progetto elettronico”.

Come cambia la percezione della propria musica quando si mescolano concetti internazionali e nazionali?

“Cambiando i riferimenti che danno forma, corpo e suono alla musica, si percepisce sicuramente un’impronta multiculturale svincolata dalle barriere culturali che spesso caratterizzano la musica italiana”.

Gli Inude e Radio Punto Musica condividono una caratteristica: la Puglia. Quanto di questa regione mettete nella vostra musica?

“Siamo inevitabilmente cresciuti circondati dalla nostra musica tradizionale. Abbiamo poi assistito direttamente alla triste brandizzazione del marchio ‘Pizzica’ e ‘Taranta’ che ha tolto anche quel poco di spazio che il nostro territorio dedicava alla musica altra. Crescendo ci siamo resi conto di quanto le nostre tradizioni musicali ci appartengono più di quanto pensiamo, Molti di quei suoni li abbiamo assimilati quasi inconsapevolmente e sono finiti, in un modo o in un altro, anche nella nostra musica”.

intervista inude

Rispetto al primo EP, in “Sleep” avete cambiato qualcosa della vostra natura iniziale?

“Quello che è cambiato è che in 2 anni abbiamo avuto modo di assimilare altre influenze e di mettere in pratica altri modi di scrivere che hanno reso il suono più caldo e organico e le melodie più al centro dei nostri pezzi”.

Per produrre gli ultimi tre singoli emersi (“Balloon”, “By the ocean” e, appunto, “Sleep”) vi siete presi un periodo di isolamento. Come mai avete sentito questa necessità?

“Venivamo da un lunghissimo tour che ci ha visti impegnati per più di un anno e mezzo. Per nostra grande fortuna, da quando è uscito l’Ep, non abbiamo avuto molto tempo da dedicare alla scrittura ed a noi stessi e sentivamo il bisogno di fermarci per prendere fiato e dedicare il giusto tempo alla produzione di nuova musica. Siamo molto felici dell’esperienza passata tra i monti delle Marche, siamo cresciuti ed abbiamo capito tanto su noi stessi e sulla direzione che naturalmente abbiamo voluto dare alle nuove produzioni”.

Domanda banale: com’è la vostra relazione con i social network?

“Terribile. Siamo delle frane ma stiamo cercando di migliorare”.

Visto che parliamo di relazioni: come si fa a mantenere un equilibrio costante tra tre teste pensanti?

!Il punto d’incontro è il litigio. A parte gli scherzi, la nostra fortuna è quella di conoscerci da oltre 13 anni, siamo amici prima di tutto e questi anni insieme ci hanno unito ancora di più umanamente e musicalmente. Questo ci permette di lavorare bene anche se le teste sono tre e belle pesanti”.

Nei prossimi mesi passerete nel Sud Italia per qualche concerto, Inude?

“Non possiamo ancora annunciare date, possiamo dirvi però che prima di fine anno suoneremo in Puglia e da gennaio in poi di sicuro passeremo dalle altre regioni del sud Italia. Non vediamo l’ora di ritornare in tour”.

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