Dal 24 febbraio al 5 marzo 2019 torna il Carnevale di Gallipoli (Puglia), giunto alla sua 78esima edizione. Fino a qualche giorno fa, l’evento era ancora in sospeso, a causa dell’abbandono ufficiale da parte della Fabbrica del Carnevale di Gallipoli. Tuttavia, come segnalato da Puglia.com, il sindaco Stefano Minerva e il consigliere Mino Nazaro si sono fatti carichi dell’iniziativa.
“La Direzione Artistica – si legge -, affidata alle mani di Alberto Greco, si avvarrà della collaborazione della Pro loco, dei rappresentanti del Festival Bar Italia, Vanny Dj e Paolo Stefanelli, oltre a numerose associazioni e gruppi cittadini tra cui l’associazione Fideliter Excubat, gli Off Limits, gli artisti emergenti Mikeal e Co’ e i ragazzi dei Cantieri di Capodanno”.
Il programma del Carnevale di Gallipoli
Il Carnevale di Gallipoli sarà condensato in tre giornate. Ogni appuntamento caratterizzerà il centro storico, il borgo nuovo e tutte le viuzze della città:
- Domenica 24 febbraio: sfilata dei gruppi mascherati della città e dei paesi limitrofi, un’occasione per riscoprire la tradizione carnevalesca cittadina e vedere con i propri occhi le maschere tipiche di queste zone;
- Domenica 3 marzo: alle ore 19, in piazza Tellini, verrà messo in scena lo spettacolo Bar Italia, a cura del dj Vanni, coadiuvato dall’animazione di Paolo Stefanelli;
- Martedì 5 marzo: appuntamento di chiusura del Carnevale di Gallipoli. Alle ore 16, la maschera tipica della città, il Titoru, sfilerà nel centro storico, concludendo il suo percorso in piazza Imbriani e via Antonietta De Pace. Il Titoru rappresenta il goliardico soldato soffocato a causa di una polpetta nel giorno di Carnevale.
L’unica brutta notizia riguarda i tradizionali carri di cartapesta, poiché non ci saranno. Tuttavia saranno saranno sostituiti da tre strutture di cartapesta, le quali solcheranno la strada di corso Roma. Inoltre, assicurata la presenza dei gruppi mascherati dei paesi di Neviano, Galatone, Aradeo e Melissano, che sfileranno coi gruppi degli oratori di San Lazzaro, di San Gabriele, del Sacro Cuore, della scuola di danza Betty Boop Dance Academy e Disc’n’Roll e dell’associazione NovaVita di Casarano. Ad allietare i più piccolini, poi, ci sarà l’animazione di Animagique.
Tema della 78esima edizione
La tematica dell’edizione 2019 del Carnevale di Gallipoli è Italia… ‘bbella mia, un richiamo abbastanza evidente al concetto di appartenenza territoriale, comunità e italianità. Al fine, anche, di legittimare quella cultura locale che fa parte di un’insieme nazionale artistico unico al mondo. Cultura, arte e bellezza saranno le chiavi principali della festa, che ci ricorderanno quanto l’Italia sia il Bel paese per eccellenza.
Perché l’abbandono della Fabbrica del Carnevale di Gallipoli
Il comunicato stampa dell’Associazione che annuncia il forfait è stato pubblicato su Facebook il 14 gennaio scorso. Nel lungo post, la fabbrica riporta “a malincuore” che “non organizzerà la tradizionale ‘Focareddhra’ ed il Carnevale 2019”. Le cause di questa decisione sono molteplici, come l’inagibilità dei capannoni e le spese insostenibili per garantire la sicurezza antiterrorismo.
“Non si può sempre contare sul volontariato dei partecipanti”, scrivono sul social. In particolare gli organizzatori si riferiscono ai carri “realizzati con spese a totale carico dei carristi, che peraltro non hanno percepito premi economici”. Oltre, poi, al fatto che “l’associazione si fa carico della certificazione dell’impianto elettrico a norma Cee, dei trattori e del service. Senza dimenticare che l’ultima tranche dello stanziamento formalmente previsto dal Comune di Gallipoli per l’anno 2018, non è mai stato erogato, con conseguente impossibilità per la Fabbrica, ancora oggi, di poter onorare gli impegni assunti per lo svolgimento del Carnevale 2018, calibrati in base alle somme promesse e previste dall’Ente civico”.
Tuttavia, la Fabbrica non esclude una sua partecipazione per il futuro, sempre se “si possa programmare questa manifestazione almeno 10 mesi prima del suo svolgimento e che si possa firmare un protocollo quinquennale che ci permetta di poterla organizzare al meglio”.