Qualche settimana fa vi avevamo raccontato del nuovo singolo degli Après La Classe, “Salvador“. Quest’oggi, invece, ve li facciamo conoscere direttamente. La nostra redazione, infatti, ha contattato la band per realizzare un’intervista, così da far parlare la formazione pugliese riguardo la loro incredibile carriera.
Après La Classe, dopo più di 20 anni di carriera, come si fa a mantenere vivo il fuoco della creatività musicale?
“Per noi fare musica è un esigenza fisiologica, fisica, psicologica. Cioè, qualcosa di basico ed imprescindibile. Una medicina. Siamo privilegiati perché abbiamo dei fan che ci seguono da una vita e sono attenti alle novità, e quindi ci mettiamo in gioco di volta in volta con nuove sperimentazioni. Questo è il fuoco che alimenta la nostra passione”.
Nel vostro recente singolo, “Salvador”, vi siete avvalsi della collaborazione di Danti. Quant’è stato importante lavorare con un artista del suo calibro?
“Dante è un nostro caro amico, ma anche un grande autore e produttore. Quando si lavora con gente del suo calibro si impara sempre qualcosa di buono, siamo cresciuti sicuramente dopo l’esperienza vissuta assieme per ‘Salvador'”.
Al centro del vostro brano c’è una persona accecata dal denaro. Come mai avete deciso di raccontare proprio questa storia? Secondo voi, che valore ha il denaro nella contemporaneità?
“Siamo nell’epoca dell’apparire più che dell’essere. Il denaro ha un ruolo da protagonista in questa società, chiunque vende la propria anima al diavolo per quattro spiccioli. Solo le persone che hanno gli attributi e quelle per bene restano al proprio posto continuando a dare qualità per inseguire la strada della legalità. Fino a qualche anno fa eravamo La Nazione che dettava legge su qualità, design, moda, istruzione cultura, adesso importiamo qualsiasi cosa ed esportiamo sempre meno, in senso figurativo e non”.
Gli Après La Classe e Radio Punto Musica condividono una caratteristica rilevante: la Puglia. Nel corso della vostra carriera, quanto siete stati influenzati dalla tradizione musicale pugliese? Cercate spesso di farvi contaminare dalle sonorità di origine oppure tendente a guardare anche al di fuori dei vostri confini?
“In realtà non ci facciamo caso. Per i nostri brani scegliamo i suoni e le tematiche che in quel momento ci aggradano maggiormente, cercando di rimarcare la nostra caratteristica principale e cioè di non essere mai ‘puri’, sia nel suono dei brani che nel modo di fare live. La cultura e la tradizione salentina scorrono nelle nostre vene, ma da sempre abbiamo occhi ed orecchie puntati oltreoceano”.
La vostra storia musicale vi ha portato a calcare palcoscenici di tutto il mondo, arrivando persino in America. Dopo aver fatto tutti questi giri, avete notato diversità importanti in merito alle varie tipologie di pubblico incontrate?
“Certamente il pubblico californiano non è simile a quello newyorkese. E nemmeno a quello della Florida. Né tanto meno a quello italiano e viceversa. Bisogna mettersi alla prova ogni volta che si incontra un nuovo pubblico, dando costantemente qualità a prescindere da se si suona a New York invece che in provincia di Benevento, a Milano o in Polonia. Noi cerchiamo sempre di mantenere uno standard e di dare il massimo aldilà se ci troviamo su un grande palco su un palco per noi già fatto e rifatto”.
Diversi anni fa avete condiviso un live per i vostri 10 anni di storia con i Sud Sound System, Caparezza e i Negramaro. Quel giorno cosa avete imparato da loro e cosa loro hanno appreso da voi? In queste occasioni, c’è sempre uno scambio continuo di idee e opinioni?
“Ci vogliamo bene e ci rispettiamo molto, scambio reciproco di punti di vista musicali differenti, sempre con rispetto ed amore”.
Ora che arriva il 2020, quale sarà il prossimo passo degli Après La Classe?
“Nuovi singoli, nuovo show, nuove collaborazioni, preparazione nuovo disco”.