Dopo aver visionato tutte le date del suo ampissimo tour, oggi c’è l’intervista a Walter Celi. Stiamo parlando del polistrumentista pugliese che, con il suo background internazionale, viaggia alla conquista dell’Italia. Due anni fa ha pubblicato il suo primo album, Lost in the womb of the night, con il quale l’artista si sta facendo conoscere al grande pubblico. Noi di Radio Punto Musica lo abbiamo contattato: ecco l’intervista a Walter Celi.
Benvenuto Walter Celi. Abbiamo notato che il tuo tour contiene numerose date. Come mai questa scelta?
“Si potrebbe pensare che sto cercando di superare un record. In realtà quest’anno è cominciato nel migliore dei modi per il mio progetto. Dopo la vincita dell’Arezzo wave, la richiesta è cresciuta e grazie anche al mio manager abbiamo sfruttato il momento per chiudere diversi concerti”.
Lost in the womb of the night compirà quest’anno il suo secondo anno di vita. Quali sono stati gli obiettivi che sei riuscito a centrare con il tuo disco d’esordio?
“Mi sembra di essere riuscito ad arrivare con la mia musica alle persone e non solo fisicamente ma anche spiritualmente. La cosa più bella che mi possa capitare è quando arrivi al cuore di qualcuno senza parlare ma solo suonando una canzone. È quello il mio obiettivo principale e posso dire di averlo raggiunto, anche se solo con un piccolo pubblico”.
La cosa più bella che mi possa capitare è quando arrivi al cuore di qualcuno senza parlare ma solo suonando una canzone.
– Walter Celi
Tu e noi di Radio Punto Musica condividiamo una caratteristica importante: la Puglia. Ecco, nella tua formazione artistica e nelle tue produzioni c’è qualche tratto della tua terra natia?
“Credo che il mio stile sia influenzato da elementi internazionali, più che nostrani. Ma amo la mia terra ed è soprattutto quando sono qui che ho l’ispirazione a comporre nuova musica”.
Per un periodo hai studiato a Londra, e non è stata l’unica esperienza estera che hai intrapreso. Come cambia la percezione della musica quando ti mescoli in un contesto internazionale?
“La musica è una forma di comunicazione universale, viaggiando ho conosciuto musicisti provenienti da tutto il mondo e frequentarli mi ha fatto crescere profondamente sia come artista che come persona”.
Questo tuo background artistico ha rimodulato i tuoi obiettivi in termini di target? Ti senti più in una dimensione nazionale o in grado di arrivare a orecchie ancora più ampie?
“Mi sento un cittadino del mondo, ed è per questo che spesso scrivo in inglese, per abbattere le barriere nazionali”.
Recentemente hai vinto l’Arezzo Wave Love Festival Italia 2018. Che sapore ha avuto questa vittoria? La ritieni un punto d’inizio o una certificazione di quanto fatto finora?
“È stato il punto di arrivo del primo anno di vita del mio progetto e, a sua volta, un importante punto di partenza. È proprio adesso che comincia per me la parte più difficile ma anche quella più divertente”.
Tu fai parte di quell’insieme di persone che sanno fare più cose assieme. Di fatto, sei un polistrumentista. Quant’è importante saper fare (bene) più cose nel mondo della musica?
“Per me la cosa più importante è il ritmo, la batteria è il mio strumento principale, ma anche il pianoforte è uno strumento a percussione e al momento è quello su cui riesco ad esprimermi al meglio”.
In questo momento stai girando per tutta Italia. Finora che emozioni stai provando e cosa ti aspetti per le prossime date?
“Fino a qualche anno fa ho viaggiato per suonare sempre musica di altri, adesso che porto in giro il mio progetto, a volte non mi sembra vero, è fantastico, è per me una grandissima soddisfazione. Mi sta piacendo un sacco, a ogni concerto do il massimo e sono curioso della reazione della gente in tutti i posti che visito”.
A ogni concerto do il massimo e sono curioso della reazione della gente in tutti i posti che visito.
– Walter Celi
Un’ultima battuta sulla cronaca attuale. Come ben sai, nella radiofonia del Bel paese aleggia l’idea di far suonare per legge una canzone italiana ogni tre. Tu cosa ne pensi?
“Penso che sia irrilevante. Se accendete la radio ora (per chi ancora la ascolta) penso che ci sia già una percentuale maggiore di canzoni italiane rispetto alle altre. Credo che sia solo una delle tante stupidaggini diffuse per tenerci occupati e distrarci dai veri problemi che ci affliggono. Per citarne uno la iperproduzione della plastica che inquina i nostri mari e le nostre terre e che non viene impedita dai governi”.
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Intervista a Walter Celi e non solo
L’intervista a Walter Celi si aggiunge alle altre numerose che conduciamo nel nostro blog. Resta aggiornato su tutti i personaggi che abbiamo intervistato grazie alla sezione apposita.
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